264 cendo fino venire da Venezia arsenalotti per costruire legni all’ uopo. Oppose il Feria alle barche veneziane le barche genovesi, 1’ oppugnazione fu cambiata in assedio, e 1’ opera andava in lungo. Sopravvennero la stagione invernale, le malattie, i disagi ed ambedue gli eserciti sotto quel misero scoglio si consumavano. Le vigorose operazioni venivano impedite anche come al solito dal disaccordo tra i collegati. La Francia avrebbe voluto spingere avanti i Veneziani, e questi se ne stavano riguardosi, nè mostravansi disposti a dar appoggio ad una diversione nel Milanese quando non fossero prima in Italia i Francesi, temendo poi di essere abbandonati sul più bello (1). Il 15 ottobre l’ambasciatore Contarmi avea avuto un colloquio col Richelieu, presenti il conte di Sciomberg so-prantendente alle Finanze e il secretario Arveau. Appena ebbe il veneziano parlato della buona volontà e della prontezza della sua Repubblica per dar effetto al trattato, che il Cardinale proruppe con grande escandescenza che era un burlarsi del più gran re della Cristianità, che la burla tornerebbe sul capo a chi burlava, che questo era il maggior mancamento di fede che si fosse udito. Cercava 1’ ambasciatore giustificare il suo governo, ma 1’ altro soggiungeva che erano vane parole, che la Repubblica sempre diceva di esser pronta e mai veniva all’ esecuzione, che doveva mettere dodici mila fanti e quattromila cavalli, e non vi e-rano in tutto quattro mila soldati, che si proponevano lunghezze all’invasione dei G-rigioni per lasciar passare la stagione, che la diversione di Mansfeld ora veniva negata, infine che non si poteva argomentar altro se non che la Repubblica si volesse accomodare cogli Spagnuoli, ma che se avesse tale intenzione, sarebbe prevenuta, che per sola (1) 3 Ottobre 1624, Annali all’ Archivio generale.