316 Francesco Erizzo doge XCVIII. 1631. delle più gloriose ; che Dio avea posto S. M. nell* intero possesso del suo regno ; onde siccome tali accidenti in altri tempi erano pericolosi, così ora non mi pareva dovessero gravemente turbare, tanto più che 1’ autorità de’ suoi uffizii e la total dipendenza dalla regina, alla quale il sig. Cardinale si dichiariva pronto, non lasciava in dubbio un vicino aggiustamento anche di questo affare ». Prometteva il re di ottenere una modificazione al trattato, il cardinale, il secretario di Stato Servien, Schomberg se ne mostravano molto affaccendati, ma ciò che impediva la finale conchiusione della pace non erano già gl’ interessi della Repubblica, bensì quelli di Francia. Un nuovo congresso fu tenuto a Cherasco tra il maresciallo imperiale Gallas, il maresciallo francese Toiras, e il secretario di Stato Servien, ma le difficoltà della pace sempre più aumentavano per le cresciute esigenze di Savoia e per le mire non mai interrotte degli Spagnuoli sopra Mantova e Casale (1). Tuttavia alla fine un nuovo trattato fu segnato il 6 aprile a Cherasco (2), per la mediazione del nunzio Pancirola e Giulio Mazzarino, ministro di Sua Santità ; per esso accordavasi una nuova dilazione allo sgombero dei territori mantovani, de’ Grigioni, piemontese e savoiardo, per parte delle potenze belligeranti, e il 2 luglio l’imperatore accondiscese a conferire l’investitura al duca di Mantova. I Francesi, gl’ imperiali e gli Spagnuoli sgomberarono dalle piazze occupate, e finalmente lo stesso Pinerolo fu restituito dai Francesi al duca di Savoia il 20 settembre. Ma tale restituzione non era che apparente, poiché col pretesto di nuovi sospetti, i Francesi dichiarando essere minacciata la loro sicurezza, nè poter fidarsi delle promesse spagnuole, ottennero dal nuovo duca di Savoia Vittorio (1) Corti, 12 apr. 1631, p. 30, 32. (2) Commemoriali XXIII.