603 di aè stessa e della sua famiglia. Sopra di che dopo un breve discorso il detto ambasciatore (benché mal disposto, come era stato molto per avanti) si accomodò ad accompagnarla. 11 Serenissimo ed il Collegio, che consta dei principali personaggi della República, riceverono Sua Eccellenza con tutte le possibili circostanze d’ onore e di rispetto visibile nei loro gesti e sembianti, facendola sedere immediatamente appresso Sua Serenità alla parte dritta, fra quella e li signori Savii, e l’Ambasciatore dall’ altra parte, che li servi solamente come interprete della sua nobile condoglienza, la quale ella ridusse a due richieste. La prima che se in conformità della detta voce il suo nome, o la sua casa fosse stata tocca nel processo del Foscarini, 1’ accusatore fosse prodotto. La seconda, che perchè la detta voce era fatta pubblica, ella potesse avere una pubblica soddisfazione, nel riporto delle quali cose l’ambasciatore si dichiarò, ch’egli stesso era quello, che aveva significato a lei cosi maliziosa voce, fin tanto eh’ ella era fuori. Udito il Serenissimo detta Signora ed il detto ambasciatore con molta attenzione, egli proruppe nel più affettuoso e veemente pariere, che sicuramente potesse procedere da chi si sia uomo al mondo, protestando che non vi era alcuna benché minima sospizione, pensiero, o imaginazione, di pur minima cosa, che concerna Sua Eccellenza o la sua casa, nell’ infelice caso del Foscarini ; che quelli eh’ erano presenti in Collegio si reputavano onorati della sua venuta, e la città col suo dimorar in quella, con si nobili, decenti e innocenti costumi, insieme con loro ; che non vi era nazion al mondo, con la quale loro s’ arrischiassero di comunicar più confidentemente gl’ ¡stessi scereti del loro Senato, che con li sudditi della Maestà della Gran Bretagna ; che 1’ ambasciatore (al quale egli si rivoltò un poco) aveva lungamente conosciuto loro, e loro lui, lontani da ogni disgusto e gelosia ; che alcune abbominevoli e false relazioni e voci erano inevitabili in ogni Stato, appresso la massa del popolo, ma se 1’ autore di tal male si troverà, si vedrà con esemplar, quanto eglino detestino le ingiurie, che venghino inferite a si fatta Dama, le qualità* grandi della quale e virtuosi portamenti, erano da loro molto ben conosciuti, e così la vera nobiltà del conte suo marito, al quale Sua Serenità desiderava d’ esser conservato vivo nella memoria. Ultimamente egli la pregava d’ acquetare i suoi pensieri ed assicurarsi che non vi erano se non molto nobili e pregiati concetti di lei in questa República. Con la quale piena e seria risposta Sua Eccellenza restò così sodisfatta, eh’ ella non pensò, esser a proposito di darle maggior impaccio ri-