556 comunicazioni individuali, rari i diarii scientifici e letterarii, si raccoglievano gli uomini dotti e la gioventù a coltivare i differenti rami della scienza. La singolarità de’ nomi, bizzarria allora di moda, nulla toglie all’ essenza, od almeno allo scopo della istituzione, e non è a dirsi quanto codeste dotte riunioni contribuissero a diffondere i lumi della scienza, a promuovere le ricerche, ad incoraggiare i nascenti ingegni, a proteggere e sostenere le nobili ed utili imprese. E stupendo spettacolo esser dovea al certo vedere i medesimi patrizi che sedevano nelle principali magistrature della Repubblica, che sostenuto aveano onorifiche legazioni, che maneggiata aveano la spada e fatta grande la patria in guerra, attendere poi ai buoni studii nella pace e spiegare in questi un’ operosità che sommamente li onora. De’ quali non è mia intenzione stendere la storia, e solo alcuni nomi citerò de’ più eminenti e che alcuni speciali rami illustrarono. Dardi Bembo mostrava quanto potesse in lui l’amore del gran Platone del quale traduceva dal greco in latino le opere ; Gian Antonio Venier quanto addentro ei penetrasse nella erudizione antica colla sua opera sugli Oracoli e sulle divinazioni; Nicolò Crasso il giovane si rese celebre nel diritto, nella filosofia, nelle lettere ; Klena Cornaro Piscopia fu un luminare del suo sesso ; abbondarono i poeti. Agli storici del precedente secolo anche il XVII agginnse non pochi, sì della classe patrizia che della cittadinesca. Battista Nani, illustre per famiglia, per dignità sostenute, per perizia nei diplomatici maneggi, imprendeva a scrivere degli avvenimenti della Repubblica dal 1613 al 1671, continuando la storia di Andrea Morosini. Se in esso al paro degli altri storici dei passati secoli sono a desiderarsi le notizie che più alla vita intima e sociale si riferiscano, che ci facciano conoscere la condizione delle classi commercianti, industrianti, operaie, che ci parlino