35 tanto maggiormente devono far i principi nelli suoi stati, e che se a Sua Beatitudine vengono domandate le licenzie per quello che spetta alla parte ecclesiastica, così si deve far l’istesso pel temporale dal canto nostro, essendovi massimamente tante chiese e tanti luoghi pii nella città e nel nostro Stato fatti da’ laici, li quali sono tenuti con quell’ornamento e decoro che conviene alla religione della Repubblica nostra, e in tanta copia, quanto è ben noto ad ognuno ». Nominavasi quindi ambasciatore straordinario al papa nel presente argomento Leonardo Dona (1), uomo preclarissimo per magistrature ed ambasciate sostenute (2), di rara erudizione ed eloquenza, che più volte già era stato mandato in legazione a Roma (3) e quindi ben conosceva quella corte, ma egli se ne scusava con particolar supplica al Senato adducendo la propria vecchiaia inoltrata all’ età di settantanove anni. Intanto i nemici di Venezia non restavano dal sempre più infervorare il papa (4) e da Roma giungevano notizie,- avere egli senza neppur attendere l’arrivo dell’ ambasciatore destinatogli, scritti due brevi ambedue in data 10 dicembre, l’uno risguardante i beni eccle- (1) 16 Die., ib., p. 190. (2) Cicogna Iscriz. IY, 414, e seguenti. (3) Corre voce che in una di queste ragionando con Paolo V, allora cardinale Borghese, dellecontese giurisdizionali di Venezia colla Santa Sede, il Borghese avessegli detto : « Se io fossi papa alla prima occasione vi scomunicherei.— Edio, rispose il Donato, se fossi doge vii riderei della scomunica ». E ciò appunto venne ad avverarsi. (4) Pino dal 3 die. il Nani scriveva al Senato che sospettava il papa si lasciasse guidare da altri, e il 10 soggiungeva che tale sospetto era nutrito anche da tutta la corte, essendo il papa di natura sua timida e irresoluta, accennandosi specialmente al cardinale Arrigoni che avea già fatto piegare Genova ed ora gli andava di picca fare lo stesso di Venezia. Dispacci. — E faceva pur in altro dispaccio precedente osservare come in tanto furore si spiegasse contro la Repubblica, mentre assai e ben più gravi cose si tolleravano da Spagna. D’ altronde, sapevasi che il re di Spagna passava una pensione di tremila scudi al cardinale Borghese nipote del papa.