592 siero, eh’ essendo giovedì madama giunta in carrozza di villa a Lizza Fusina, hebbe incontro a cavallo il secretario del signor ambasciatore Uton, che gli arrecò una lettera e parlògli anco a bocca di ordine del suo padrone. Conteneva la lettera et il discorso che 1’ ambasciatore di certo haveva saputo, essersi formato ordine nell’ Eccellentissimo Senato d’ intimar a madama che più non capitasse in questa città, anzi in poche ore uscir dovesse da tutto ’1 stato, et però consigliavala a non passar più oltre, ritornando piuttosto in villa, et partir anco assolutamente prima che l’intimazione li fosse fatta, premendo assai per persuaderli il partito. Quest’ avviso ignudo d’ altri particolari ad una dama ingenua et innocentissima ferì di tal modo 1’ animo che ne restò attonita, rispose però al Secretario che ringratiava il signor Uton della notitia, ma del consiglio non si voleva prevalere, anzi accelerar 1’ arrivo in Vene-tia, così dittandoli la ragione, et il candore della sua conscientia. Et pervenutavi la sera sbarcò primieramente dall’ ambasciatore col quale si trattenne qualche tempo, senza che da lui li fosse fatto altro motto di ciò, onde fu ella la prima a dirli che havendoli fatto saper per il secretario alcune cose, desiderava intender anco dalla sua bocca la confermatione et altro d’avvantaggio. Risposeli 1’ ambasciatore essere verissimo quanto li haveva mandato a dire, e nascer la risolutione, perchè sapevasi esser la sua casa frequentata dal nuntio del papa, dal secretario dell’ Imperatore e dal cav. Fo-scarini, che a lui era stato significato quindici giorni prima che questo doveva seguire, ma non haveva voluto apportarli molestia con dargliene parte. Disse la signora Contessa che stupiva come nata fosse una tanta falsità, et ad esso come ambasciator del suo re testificava con giuramento non haver mai veduto in casa sua la faccia di quelle tre persone nominate, anzi che da niun ministro di principe era stata, oltre lui, visitata in Yenetia che dal solo residente di Fiorenza (1), et eh’ essendo quest’ accidente di tanta importanza et offesa al nome inglese et alla sua particolar riputatione, voleva in ogni modo appresentarsi la mattina seguente per dilucidarlo nell’Eccellentissimo Collegio; che s’egli volesse assisterla ha-verebbe ricevuto piacere, se no, sarebbe gita da sè sola. Procurò 1’ ambasciatore vivamente di levarla da simil proposito di comparir (l) Vedi i dispacci del Saoohefcti.