362 attacco che soprasta ben vicino a quella di Canea, ho pensato di uscir io stesso in campagna, e andarmi avanzando a quella parte per invigorir le provisioni, incalorir le difese, e dar animo a tutti ... ». Ma tutt’i suoi sforzi erano inutili poiché le genti ch’ei raccoglieva erano vili, disordinate e nella notte si sbandavano e fuggivano alla montagna. Tuttavia riuscì di far entrare in Canea qualche soccorso, insufficiente di gran lunga al bisogno, e il Navagero scriveva al Proveditore generale da mar Girolamo Morosini (1) : « Mal corrispondono gli effetti (i provvedimenti del Senato) in questa tardità delle mosse di quell’ armi che già leste e pronte sarebbero state valevoli a sollevarci. Signore Eccellentissimo, questi effètti che dipendono dal consenso di molti e fra se stessi contrarii, saranno sempre tardissimi... Consideri però V. S. e cotesti signori Eccellentissimi qual tempo vi sia da attendere sovegni d’Olanda e di Spagna (2). Esse stesse hanno in mano armi baste voli per debellar questo barbaro, nè vi manca che la risoluzione a che son chiamate da tanta urgenza, che tutto importa a non più tollerar dilazione ». Ma la Repubblica, quantunque non lasciasse di mandare rinforzi, si era pur fìssa in mente di aspettare l’unione dell’ armata per poter fare impresa d’importanza, e intanto il Proveditore generale da mar Girolamo Morosini scriveva il 25 agosto dalla sua galea da Parga, che mentre si avvia- (1) Dispacc. Prov. gen. da mar 24 luglio. (2) Il Senato avea scritto il 10 luglio al Reggimento e generale di Candia e ai Rettori della città assicurandoli dell’ impegno che metteva nell’apprestar forze opportune alla difesa del regno, dirigervi viveri e munizioui d’ ogni genere, attendere soccorsi da tutt’ i Principi, tutti avendo interesse nella conservazione di Candia, perciò maneggiarsi con ogni impegno della Repubblica la pace fra le potenze cristiane a Munster, confidare del resto in Dio. —Senato Rettori.