276 Danimarca, ma senza impegnarsi in manifesti soccorsi (1), sebbene allora il "Wallenstein si avanzasse vittorioso nella Slesia. Anche con Bethlen Gabor, nominato dai Turchi principe di Transilvania, passava di buon accordo, onoravano con ricca collana 1’ ambasciatore Stefano Attuani (2), e in-coraggiavalo nella sua guerra contro l’imperatore, usando, come si vede, di un' attivissima diplomazia e di molta prudenza e avvedutezza per non lasciarsi sopraffare dagli avvenimenti. Tuttavia nel 1628 crescevano per la Repubblica i viluppi per la morte del duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga, nel quale, non lasciando figli, veniva ad estinguersi il ramo maschile primogenito di Guglielmo suo avolo. Fra i varii pretendenti all’eredità erano Carlo di Nevers d’un ramo dei Gonzaga, naturalizzato in Francia, e D. Ferrante Gonzaga duca di Guastalla. Spettava la prossimità del diritto al duca di Nevers ; e il figliuolo Carlo di Rethel, a cui già il duca Vincenzo avea fatto dal popolo mantovano prestare il giuramento di fedeltà, giunto improvvisamente in Mantova, a meglio raffermare i suoi diritti, sposò la principessa Maria figlia del duca Francesco, fratello ch’era stato di Vincenzo. Ma la successione nel Nevers spiaceva sommamente agli Spagnuoli che temevano per quella introdursi l’autorità francese in Italia. Spiaceva egualmente a Carlo Emanuele per le ostinate sue pretensioni sul Monferrato. Armavasi egli adunque per entrarvi colla forza, nel tempo stesso che D. Gonzalvo de Cordova governatore di Milano desideroso di illustrarsi per qualche impresa notabile, prendendo di mira l’acquisto di Casale, sollecitavano con sì vive istanze la corte di Madrid che questa, sebbene prevedesse il gran rumore che il caso avrebbe levato in Europa, e non sarebbe stata forse (¿) ^ Agosto 1628, p. 143. (2) 22 Sett. 1623, p. 52.