277 aliena dal riconoscere il Nevers, gli diede la permissione di correre sopra quelle città, scusando il fatto principalmente col rifiuto di esso duca di Nevers di rimettere la decisione della sua causa nelle mani dell’ imperatore, che’in virtù della sua autorità imperiale aveala a sè chiamata. Contemporaneamente Carlo Emanuele assaliva il Monferrato, e di nemico che era di Spagna, ora operava di concerto con essa. Il senato veneziano nella nuova burrasca di guerra imminente, si affaticava a reconciliare il duca di Savoia con quello di Mantova, mostrandogli il pericolo d’Italia, e come sarebbe doloroso veder lui principe italiano staccarsi dalla causa comune, lui che pur erane riguardato come il baluardo. Raccomandava di nuovo al suo ambasciatore in Francia di sollecitare più che mai la pace tra quella Corona e l’Inghilterra, e un accomodamento coi Rocellesi, onde il re per la sua bontà e per zelo verso il Cristianesimo si disponesse a donar col perdono a’ suoi sudditi il maggior bene, quello della pubblica sicurezza e traquillità, e a sè il vantaggio di forze che con 1’ unione del proprio ampio e nobilissimo regno rese formidabile fra gli altri il grande Enrico suo padre di eterna e gloriosissima memoria (1). Nè risparmiava di scrivere anche in Ispagna, non volesse quel re turbare la tranquillità d’Italia, e faceva ufficii presso l’Imperatore in Germania (2), il quale benché noi mostrasse apertamente, pur vedovasi inclinato a favorire gli Spa-gnuoli. Ma già il Gonzales si era mosso, e stringeva la città di Casale sebbene con poco frutto per la fortezza della piazza e il valore dei difensori ; più fortunato nella sua impresa Carlo Emanuele s’ insignoriva di Alba, Trino, Mon-calvo, in breve avea quasi tutto il Monferrato. Iu si grande precipizio delle cose sue, il duca di Mantova ricorse alla (1) Secreta 24 marzo 1628, p. 29. (2) 18 marzo, p. 22.