282 tova, essendosi mosso il re Cristianissimo con trentacinque mila fanti e tre mila cavalli al soccorso, invitato da molti principi della Cristianità ma particolarmente da quelli che tengono Stati principali in Italia e che promisero concorrervi, si orano collegati il papa, il re Cristianissimo, la Repubblica di Venezia ed il duca di Mantova senz’altro interesse che di proteggere i loro confederati e procurare la pace d’Italia e di tutta la Cristianità. Considerando essi non esser bastante di unire al presento le loro genti per difendere detto duca e convenendo preveder anche all’ avvenire, aveano fatto colleganza per anni sei, obbligandosi che nel caso uno di essi ricevesse offesa per tal unione, o per altra causa qualunque, e specialmente dalla parte di casa d’Austria, unirebbero le loro forze, nè abbandonerebbero mai quello che fosse attaccato finché 1’ ostilità non cessasse interamente ; in tal caso il papa metterebbe otto mila fanti e otto mila cavalli, il re venti mila fanti e due mila cavalli, la Repubblica dodici mila fanti e mille duecento cavalli, Mantova cinque mila fanti e cinquecento cavalli provveduti di tutto il necessario, e se la Francia mettesse più, anche gli altri aumenterebbero in proporzione, e così pure sminuendosi. Avvenendo un attacco, la potenza più vicina soccorrerebbe intanto con quanto avesse in pronto, senza aspettar gli altri ; se fosse necessario convertir la difesa in offesa, le terre acquistate sul nemico sarebbero divise secondo ragione e misura delle forze contribuite ; s’inviterebbero anche altri principi ad entrare fra sei mesi nel trattato. Fu questo sottoscritto in Venezia dall’ambasciatore De Mesmes (1). Il 4 aprile era stata segnata finalmente la pace anche tra Francia e Inghilterra, nella quale tanto si era affaticata e da sì lungo tempo la Repubblica. Re Carlo I, infelice nel- (1) Commemoriali all’Archivio generale.