290 Già fino dal 28 luglio la Repubblica avea avuto avviso dell’ apparizione d’ un male contagioso in Altorf nella Svizzera (1), per lo che avea fatto sospendere la fiera di Crema (2) e raccomandata a tutt’ i suoi Rettori di Terra ferma ogni possibile precauzione. Ciò non ostante continuava i sussidii al duca di Mantova in danaro, truppe, artiglierie, munizioni d’ ogni specie con mirabile perseveranza, tanto che solo dal novembre 1629 a tutto marzo 1630 spendeva ben seicentotrentotto mila ducati (3), comprometteva le proprie provincie, sagrificavasi per la libertà d’Italia, mentre la Francia agitata dalle interne turbolenze, schiava dell’ ambizione del cardinale di Richelieu, anzi che valersi delle armi e di vigorose e definitive risoluzioni nelle faccende d’Italia, mandava il Charnacè in Baviera a seminare discordie tra quel duca e l’Imperatore, poi in Prussia a suscitare contro gl’imperiali Gustavo Adolfo di Svezia, che salito al trono in età di diciott’ anni trovava essergli disputata la corona da Sigismondo suo cugino re di Polonia, le sue provincie gotiche invase dai Danesi, 1’ Estonia minacciata dai Russi. Di tutti avendo trionfato Gustavo pel suo valor guerriero, proseguendo il corso di sue vittorie era penetrato nella Prussia polacca, quando riuscì al Charnacè di mandare ad effetto una tregua di sei anni tra i due competitori, interrompere in pari tempo ogni accomodamento già introdotto tra Gustavo e l’imperatore, e indurlo ad un trattato colla Francia, che fu conchiuso dal medesimo Charnacè nel marzo del 1630 salvo 1’ approvazione del re Luigi XIII. Per esso le due corone s’impegnavano per tre anni a difendere i loro amici oppressi, assicurare il libero commercio nel mare del Nòrd e nel Baltico, far demolire le fortezze recentemente co- (1) Secreta, p. 79. (2) 8 sett., p. 36. (3) Secreta, p. 1.