4B0 contemporaneo e ben istruito storico Nani le operazioni di questo memorabile assedio) per difendere le opere loro et andarle avanzando. Nè solo si servirono di cannoni, ma di mortari in gran numero. Era perciò terribile il tuono incessante dell’ artigliere, che con palle di grandissimo peso squarciavano le muraglie, e fracassavano i tetti ; nè men molesto il flagello delle bombe, e sopra tutto de’ sassi, che volando, e portando per aria la morte, non lasciavano ai difensori alcun momento certo, nè alcun luogo sicuro. Ma nella città stando ben disposte le cose, non appariva spavento, nè si curava il pericolo. Era di lontano battuta la Corona Santa Maria, ma la mezzaluna Mocenigo più da vicino assalita, il rivellino Betlemme, e più di ogni altra, 1’ opera a corna del Panigrà. I difensori con le controbatterie inferivano strage in ogni parte a’ nemici, e con frequenti sortite li travagliavano, uccidendo le guardie et i guasta-dori, disfacendo trinciere e ridotti, in che il colonnello di Chateauneuf si segnalò, e la militia savoiarda riportò grandissima laude. Ma poste in uso le opere sotterranee, non si può dire con quale fierezza d’ ambe le parti s’incrudelisse, ora volando semiarsi gli uomini in aria, ora vivi restando sepolti, imperochè riempiendosi di polvere le cave, e dandone fuoco, con grand’ elevation di terreno e non minor scuotimento scoppiando, distruggevano tutto. Nelle gallerie o per guadagnare i rami, o per contendere al nemico i progressi, ad ogni ora s’incontravano i soldati, combattendo al buio, e nell’ orrore di quegli oscuri recessi, et in particolare con le granate, et anco si battevano con le mani, quando l’angustia de’ luoghi non permetteva altro uso dell’ armi. I Turchi profondavano sin sotto i lavori de’ Ve-netiani, e questi all’ incontro s’invisceravano tanto, che con la fatica procuravano deludere 1’ arte ; e bene spesso accadeva, che penetrando gli uni più a basso, facevano vo-