105 vesse nè potesse aver effetto, nè trovare obbedienza, e che il Pontefice non potesse pronunziare alcun principe decaduto, nè chiamare alla sollevazione i popoli. Di questo libro avea il re mandato in dono un esemplare a tutt’i principi, e fra gli altri al doge di Venezia. La Francia lo diede al gesuita Coton da confutare, il duca di Toscana al suo confessore per abbruciarlo; Savoia lo respinse, la Signoria di Venezia l’accolse con buona ciera come dimostrazione d’amicizia, ma ordinò fosse in apposita cassa custodito, nè ad alcuno fosse dato da leggere; poi ad istanza del nunziopapale avea fatti chiamare gli stampatori, e vietatone loro il commercio. L’ ambasciatore inglese Wotton ne levò grande scalpore e voleva partirsi da Venezia non ostante tutte le dimostrazioni del Senato, che il suo re non avea punto a lagnarsi del contegno della Repubblica circa alla sua apologia, la quale contenendo cose contrarie alla religione dominante non si poteva lasciar divulgare, mentre del resto erasi avuto ogni possibile riguardo verso S. M. essendo stato dagl’ Inquisitori solamente indicato ai capi dell’ arte libraria, senza prendere nota e neppure fatto cenno che il re fossene l’autore ; che erasi anzi proibito egualmente in tutte le terre della Repubblica il libro Puntanus pubblicatosi in Inghilterra con contumelie contro S. M. (1) ; che in fine a togliere ogni malumore e certificare il re della sincera amicizia della Repubblica mandavasi ambasciatore straordinario Alessandro Contarini (2). Riuscì a questa di appianare la cosa e fu mandato ambasciatore straordinario a quella corte Antonio Foscarini (3) il quale ebbe distinta accoglienza, e l’Inghilterra promise sussidii al caso di un (1) Delib, Soma 10 sett. 1609. (2) Il 3 ott. Sua Commissione. (3) Sua Commissione 13 nov. 1610 Secreta, p. 180. Vol. VII. 14