548 Ma già la state co’ suoi ardori avanzando, i freschi si protraevano ad ora più tarda e loro succedevano numerose serenate ; fuochi artificiati, ricreazioni di varie specie chiamavano a Murano, alla Griudecca, nelle altre isole. Spoglia-vasi poi Venezia nell’autunno de’ suoi patrizii, de’più ricchi ed eleganti abitatori che si recavano alle villeggiature, era tempo come di riposo alla città, e quasi necessario respiro da quell’accalcamento di gente per le strade, da quella vita romorosa, da quel turbine di piaceri, di faccende, di agitazione che presentava nel resto dell’ anno. Coll’ Ognisanti essa però si ripopolava ; si riaprivano i ridotti, baratro infernale che inghiottiva nel giuoco interi patrimonii, si riaprivano i teatri dei quali il gusto erasi in quel secolo XVII sommamente diffuso in Venezia. Delle drammatiche rappresentazioni che con accompagnamento di musica si eseguivano ai banchetti del doge si hanno ancora i titoli e la poesia (l), e fino dai tempi primitivi si è manifestato nei Veneziani un amore speciale alla musica, la quale sia che dedicata fosse al culto o ai piaceri della classe più elevata, sia che semplice, spontanea si creasse nel popolo a proprio diletto, crebbe a grande rinomanza e formò la delizia di tutta Europa, Rappresentavasi nel 1637 1’ Andromeda, dramma in musica di Benedetto Ferrari, nel teatro di s. Cas-siano, primo teatro stabile in Venezia fatto costruire dai Tron, e in breve il numero dei teatri si accrebbe fino a dodici, quasi tutti eretti a spese di nobili. Immensa era la ricchezza di ciò che diciamo le decorazioni, meraviglioso il macchinismo. La scena nell’Andromeda si a-pre colla veduta di una spiaggia di mare nell’ Etiopia, (1) Mutinelli Annali urbani di Venezia, p. 540, e Groppo Antonio Catalogo di tutti i drammi per musica ecc.