883 mente alla diplomazia, sentiva quasi di essere chiamato per questa a grandi destini. Cominciò il suo aringo diplomatico nel 1630, quando sotto Casale gettavasi apportatore di una tregua tra le truppe francesi e spagnuole in procinto d’ingaggiare la battaglia ; entrò nel 1643 alla testa del Consiglio della regina Anna d’Austria vedova di Luigi XIII, spiegando in esso grande conoscenza delle relazioni esterne della Francia, una operosità da potersi comparare forse soltanto a quella di Richelieu, una fecondità inesauribile di espedienti e di pronti ripieghi ; fuor del Consiglio faceva mostra di rara dolcezza e modestia, usava maniere carezzevoli e insinuanti ; infine spalleggiato sempre dalla regina e dopo molte lotte pervenne a vincere i suoi nemici, e reggere a suo talento il regno il). La splendida vittoria di Rocroi riportata dal duca d’ Enghien e la presa di Thionville aveano portato al colmo la gloria delle armi francesi nelle parti di Alemagna, mentre altri trionfi le accompagnavano nel Piemonte, e sul mare altresì ove disfacevano interamente la flotta spagnuola. Se non che i grandi imbarazzi pecu-niarii e la miseria pubblica che da tante guerre derivava, imponevano al governo il dovere di tentare se possibile fosse conseguire una pace onorevole e vantaggiosa ; alla quale però difficoltà quasi insuperabili si opponevano per le tante e sì varie pretensioni di ciascuno degli Stati belligeranti, ridur i quali ad un accordo pareva 1’ opera più ardua, più scabrosa della diplomazia. Tale opera appunto fu assunta dalla repubblica veneziana mediante il suo ambasciatore in Germania Alvise Contarmi, al quale fino dal 2 aprile 1639 scriveva rappresentasse all’ imperatore la necessità della pace, facendo considerazione specialmente alla potenza sempre crescente del Turco, che Venezia cercava bensì con ogni sforzo di alti) H. Martin, Hist. de France, t. XIV.