189 presso al Dolo, facendola avvisata delle voci che sul conto suo correvano in Venezia, e consigliandola per lo meglio a non venire in città e partirsi spontaneamente senz’ attendere 1’ affronto di una intimazione. Il secretarlo incontrò la contessa in carrozza a Lizza-Fusina mentre appunto recavasi a Venezia, e datele le lettere di credenza dell’ ambasciatore ed esposte le cose di che era incaricato, ella rispose che non poteva dubitare di cosa alcuna e che voleva anzi venirsene in città. Arrivata, sbarcò alla casa dell’ ambasciatore, col quale ebbe molto concitato discorso volendo sapere tutte le circostanze di così vigliacca e coperta relazione coni’ era stata la sua, e protestando della falsità di sì infame voce alla quale non avea dato neppur minima causa, non aver ella mai avuto alcun rapporto che solo di complimenti con ministri stranieri, nè col Foscarini stesso, il quale soltanto all’arrivo di lei a Padova diciotto mesi addietro avea mandato a dirle che sarebbe andato a visitarla, il che poi non eseguì, mandando a scusarsene ; che voleva si pensasse ad un partito per estinguere una voce così scandalosa e pregiudiziale al suo proprio onore, della sua famiglia e della sua nazione ; che voleva e senza intervallo di tempo, una pubblica soddisfazione della sua innocenza ; che voleva infine 1’ ambasciatore mandasse subito a chiedere udienza per lei pel giorno seguente, il che non potendosi più fare in quel dì essendo 1’ ora troppo tarda, fu differito all’indomani, e il Wotton contro sua voglia si vide costretto ad accompagnarla in Collegio. L’ ambasciatore interpretando il discorso che la contessa tenne in lingua inglese, prese a parlare nei seguenti termini : « Ieri questa eccellentissima dama tornò di villa, e trovò nella sua casa un circolo di gente che sopra il fatto dell’in-