328 novità di contrapesar li loro disegni. Sicché concludendo questo mio breve discorso dico, che se il partito de’ Protestanti crolla o che non succedi una onorata pace, non vedo ripiego per impedire li fini dell’una o dell’altra corona». La Repubblica però stette ferma nel non lasciarsi trascinare nè nella lega dei principi d’Italia contro i forestieri proposta dal granduca di Toscana, nè . in quella che Luigi XIII conchiuse 1’ 11 luglio d\ quell’ anno 1635 a Rivoli con Savoia, di malavoglia aderente, e con Parma e Mantova per assalire il Milanese e dividerselo, convenendo però con trattato particolare che la Francia rinuncerebbe alla sua parte nel Milanese, cedendole il duca di Mantova, Casale, e il duca di Savoia alcune valli vicine a Pinerolo, luoghi che forse il cardinale si riprometteva di cambiare un giorno colla Savoia (1). Cominciavano le operazioni militari coll’ entrare che fece improvvisamente nella Valtellina il principe di Roano già capo ugonotto e allora al servigio del Cardinale ; nello stesso tempo il generale Laforce sconfiggeva il duca Carlo di Lorena nell’Alsazia, e l’obbligava a ritirarsi a Btisacco; la flotta spagnuola uscita da Napoli e Genova era sbattuta dalle burrasche (2) ; ma l’ideata invasione del Milanese non riuscì. Il maresciallo di Crequì era entrato in campagna sulle rive del Po verso la metà d’ agosto con circa dodicimila uomini. Il duca di Parma gli unì tosto il suo contingente, ma quello di Savoia andava differendo, onde avvenne che mentre Crequì e il duca Odoardo stringevano d’assedio Valenza, le lentezze di Vittorio Amedeo diedero agio agli Spagnuoli di approvigionare la piazza, e quando pur alfine si recò al (1) Henry Martin, XIII, 154. (2) giugno 1635, Corti. E’ naturale che la Repubblica seguisse attentamente tutte le mosse degli eserciti e le varie vicende della politica, e ne informava i suoi ambasciatori alle varie corti per loro regola.