833 Stati vicendevole difesa e libero transito ; concedevasi alla Spagna far leva nella Eezia, ma non più di sei mila uomini per volta da adoperarsi soltanto contro gl’ invasori degli Stati del re, ma in nessun caso contro la Repubblica di Venezia. Quanto ai Valtellini, questi doveano tornare sotto il dominio dei Grigioni, con piena amnistia, d’ambe le parti, dovea essere amministrata buona giustizia, ogni altra religione fuori,della cattolica romana essere esclusa dalle loro terre, tutte le fortificazioni fatte dal 1620 in poi essere demolite. I Valtelliir, fuorché della dipendenza, di nulla ebbero a lagnarsi per parte dei Grigioni, e la pace e la quiete furono restituite nelle valli. Ma non quietava egualmente l’Italia, ove la guerra ci- 1638. vile e le invasioni spagnuole continuarono a desolare il Piemonte sotto la reggente madama Cristina, oscillante tra Francia e Spagna, ora piegando all’una or all’altra, finche avendo il comandante spagnuolo posto 1’ assedio a Vercelli (20 maggio 1638), vedendo i cognati Tomaso e Maurizio, ambire a levarle la reggenza, si decise a segnare un nuovo trattato di due anni colla Francia. Vercelli non per tanto cadde, ma Leganes non potè spingere più oltre le sue conquiste per la venuta del cardinale La Valette al soccorso della duchessa. Morto intanto il giovane duca Francesco Giacinto era chiamato a succedergli il fratello Carlo Emanuele II, le voci sparse che mettevano in dubbio la legittimità de’ suoi natali, le incoerenze di Cristina che correva dalle galanterie alle devozioni, e da queste a quelle, davano sempre più ansa ai maneggi di Spagna per farvi scoppiare la rivoluzione in favore del principe Tommaso tutto dedito ai suoi interessi. Cristina dovette allora ricorrere più che mai all’ appoggio della Francia, ma stentatamente e a malincuore s’induceva a ceder loro in deposito le piazze delle Alpi vicine a Pinerolo, e tra questa città e Casale,