94 « Era stimato et creduto (così scrive il Sivos) (1), da prencipi cristiani et nella stessa città per uomo politico, poco devoto e meno religioso et molti ne sentivano giubilo infinito per la sua morte. Fu portato il giorno seguente di notte a s. Giorgio maggiore (2) ove fu con molto onore ricevuto da quelli reverendi padri et la matina seguente fu sepolto. Fu fatta poi una testa di stucco simile alla sua et posta nel cataletto et portata ai Pioveghi (o del Pubblico, sala così chiamata nel palazzo ducale) et sepolto poi con la solita cerimonia. » Fu perfin sparso dal volgo essersi uditi alla sua morte strani stridi e urli e vedute cose spaventevoli nella sua camera (3). Non è difficile scorgere in questo la voce d’un partito che voleva condannare la memoria del doge mostratosi così tenace oppositore alle pretensioni di Roma ; ma tuttavia sembra potersi arguire, che sebbene puro e costante nella sua fede come ampiamente attestano tutt’ i suoi discorsi nell’occasione dell’interdetto, non mettesse grande importanza in certe dimostrazioni esteriori, a cui il popolo molto tiene, e specialmente il veneziano che in tutto ama la pompa e si gode che nulla manchi di quanto possa dar lustro alle sue feste così sacre come profane (4). fi) Sivos Cronaca t. Ili, presso Cicogna ecc. Iscriz. ven. IV, 421. (2Ì Era stata sua ultima volontà di esse, colà sepolto sopra la porta della chiesa dalla parte di dentro. Cicogna Iscriz., p. 420. (3) Colle seguenti parole annunziava la morte di lui il padre Sarpi al Lescasserio : Ducem hujus Reip. virum eroicarum virtutum mortalità! em explesse audisse te iam credo. Rie. iam sex menses in morbum inciderai ex quo nunquam integre convaluit, et se cito moriturum quo-tidie praedicabat; erat tamen tam vivido ingenio et tam validis sen-sibus, ut publicae rei assiduam operam navaret ac si integra valitu-dine usus fuisset 16 iulii cum collegio de more interfuisset et ita egisset, ut illi suetum in publicis causis, reversus in proprium cubi-culum, paucis hnris vita functus fuit. Cicogna Iscr. IV, 421. (4) Vedi per tutto il di più che concerne il doge Leonardo Donato le succitate Iscrizioni t. IV, 412, e seg. Di lui così scriveva il