41 Mostrava il papa inclinai’e a maggior dolcezza, ed il Senato scriveva al Nani manifestandone il suo contento (1) ; che avea ricevuto con tutta riconoscenza la candela benedetta ; che la Repubblica sarebbe sempre disposta a compiacerlo in quanto mai fosse possibile, occorrendo special-mente nelle occasioni presenti mostrare il buon accordo tra essa e Sua Santità. Difatti verteva ancora la quistione de’ Grigioni, e gli Spagnuoli non ristavano dal suscitare ovunque potevano imbarazzi alla Repubblica, scrivendo apertamente 1’ amba-basciatore Francesco Priuli da Madrid (2), « che a quei signori consiglieri di Stato et a ognuno piacciono li disgusti fra la Sede Apostolica et il serenissimo Dominio come atti a di* sgiungere anco la corona di Francia dalla corte di Roma ». La controversia fra Venezia e la Santa Sede cominciava a interessare tutti i principi d’ Europa, i quali vedendo nell’ esito di essa compresi anche i proprii diritti e la propria autorità, si mostravano in generale favorevoli alle ragioni della Repubblica, solo consigliando un qualche accomodamento. Nella qual bisogna più calorosamente degli altri si affaccendava l’ambasciatore di Francia. Ma le cose poco tardavano a prender di nuovo un a-spetto tutt’altro che conciliativo, perchè il 25 febbraio due giorni dopo partito per Roma l’ambasciatore straordinario Pietro Duodo (3), il nunzio presentava d’ordine del papa il secondo Breve concernente i due preti carcerati, al quale fu pur data risposta l’il marzo, dispiacente la Repubblica del veder crescere le discordie, e che il Pontefice tendesse a distruggere gl’istituti ch’essa avea ereditati dai maggiori e (1) Deliberazioni Roma 11 febb. 1606. (2) 18 Febb. 1606. Dispacci Priuli. Anche i Genovesi si mostravano come al solito contro la Repubblica. Vedi Relazioni di Spagna pubblicata da Barozzi e Berchet, t. I, p. 408. (3) Sua Commissione 18 feb. 1606, Deliberazioni Roma. Vol. VII. 6