319 Pappenheim poterono appena salvarsi con duemila uomini a Halberstadt e poi al Veser (1). Un campo immenso s’ apriva a Gustavo Adolfo, che dopo si luminosa vittoria poteva o gettarsi nell’ Austria e prender Vienna, o istruito dagli esempi precedenti che l’imperatore anche perduti gli Stati austriaci avea potuto rialzarsi coll’ appoggio della Ioga cattolica e del Belgio spagnuolo, attendere prima a levargli la possibilità di questi soccorsi. Ciò si propose appunto 1’ eroe svedese, e mentre egli si dirigeva verso i principali ecclesiastici, mandava l’Elettor di Sassonia ad invadere la Boemia, il che riuscivagli facilmente per 1’ adesione de’ popoli. Ora lo spavento passava noi principi della lega cattolica, e nel novembre di quell’ anno 1631 i tre elettori ecclesiastici aveano implorato la mediazione della Francia. Il prodigioso successo di Gustavo Adolfo avea passato di molto le speranze e i desideri! di Richelieu, cui pareva giunto il momento che le genti francesi si mostrassero ai confini della Germania per mantener viva in quel paese l’influenza della Francia, e cominciò a maneggiare che il re di Svezia non si estendesse sulla riva sinistra del Reno, poi mise guarigione francese in alcune città che 1’ aveano domandata, dichiarandosi neutrali. Nel tempo stesso l’imperatore richiedeva di soccorsi la Spagna, il papa, il re di Polonia, e proponeva un’ alleanza dei principi italiani, incaricando espressamente il residente Rabata di trattarne con Venezia (2). Ma questa non deviando dalla solita politica rispondeva ringraziando e dichiarando che ben vorrebbe fare per la religione e per lo stabilimento della pace assai più di quello avea fatto finora, ma essendo stata da molti anni in qua nella necessità, come è tuttora, di mantenere (1) H. Martin XIII, 72. (2) Il progetto in Commem. XXXIII, 7 aprile 1682.