487 Grandi però erano gli apparecchi eh’ essi facevano nel-l’inverno del 1685 per la nuova campagna di primavera. Nè minori erano quelli dei Veneziani che oltre al rinforzare la flotta, assoldavano grosso numero di fanti in Italia e in Germania. Ma tutte codeste spese sconcertavano, anzi minavano di nuovo 1.’ erario, e fu uopo ricorrere ai mezzi già adoperati nella guerra di Candia di concedere la creazione di altri Procuratori per soldo, e altre aggregazioni alla nobiltà, combattute come 1’ altra volta, poi dal bisogno necessitate. E invero se da un canto potrebbe alcuno approvare che per tal mezzo venisse allargato il cerchio dell’aristocrazia fattosi ornai troppo ristretto pei pochi matrimoni e per la poca fìgliuolauza, e venisse chiamato a parte del governo della patria un maggior numero di famiglie tolte anche dalle provincie, non può dall’altro negarsi che gravi danni non ne derivassero. Imperciocché quei nuovi nobili sdegnando di più attendere alla mercatura, questa andava sempre più sminuendo e con essa i dazii e le rendite dello Stato : ambiziosi di pareggiare, e fors’anco superare i più antichi nel lusso e nella magnificenza, non solo davano presto grande tracollo alle proprie fortune, ma minavano quelle altresì delle altre case patrizie per la funesta gara che ne derivava, ed infine era pericolosa l’idea che si andava con ciò sempre più diffondendo della potenza dell’ oro e della sua superiorità a confronto dello stesso merito. Il bisogno però di continuare la guerra prevalse, e altre trentotto famiglie furono inscritte nel libro d’ oro. Ebbe principio la nuova campagna da’ movimenti dei Turchi contro i popoli di Cimerà abitatori dei monti Acro-cerauni dalla parte dell’ Epiro che si mostravano devoti al nome veneziano, e che con ammirabile valore respinsero gli assalitori. I Morlacchi e i Mainoti non mancavano all’appello del prò veditore Pietro Vali ero ; quei monti, quei preci-