529 assai più caro prezzo potevano trasportarle sulla schiena dei cameli per l’istmo di Suez. Scriveva Alvise Contarini da Londra, 16 aprile 1628, che gl’ Inglesi ed altra nazioni preferivano il porto di Livorno perchè non vi si pagava che uno scudo per balla di qualunque merce, potendo tenere questa per un anno sopra i vascelli e nei magazzini e poi condurla altrove senza pagar alcuna gravezza, colà trovarsi fattori di mercanti genovesi e lucchesi, assai danarosi, i quali comperavano e scaricavano le navi prontamente godendo del vantaggio dell’ aver un anno di tempo a farne esito senza, gravezza ; anche il viaggio esser più breve, e ciò che più importa, da colà trafficavano gl' Inglesi indirettamente con Spagna, Marsiglia e Genova anche quando fosse loro impedito dalle guerre il traffico diretto, mentre all’ incontro tenevano il viaggio di Venezia per più lungo e rischioso, stimavano la navigazione del golfo scabrosissima, e in generale sfuggivano la via di Venezia pei gravi dazii di entrata e di uscita e pei tanti impedimenti che incontravano in tutte le terre per cui aveano a passare. Ricchissimi rami di commercio erano state fino allora le uve passe e gli olii, che venivano forniti dalle isole greche, ma da alcuni anni gl’ Inglesi anziché riceverli dalla mano dei Veneziani, andavano a prenderli coi proprii bastimenti, e quando la Repubblica li aggravò di dazii per impedirne l’uscita, altrettanto avea fatto la regina Elisabetta d’ Inghilterra pei bastimenti veneziani che ne’ suoi Stati approdavano, sicché fu uopo venire ad una transazione. Oefalonia e Zante davano fino a cinque milioni di libbre di iva passa ; gli olii bastavano non solo al bisogno della città Per 1’ uso domestico, e delle fabbriche specialmente di saponi, ma ne rimanevano ancora a spedirsi fuori da quindici a sedici mila libbre, che verso la fine del secolo XVI, erano Vol. VII. 67