490 ima vigorosa resistenza. Le armi veneziane guidate per terra dal Konigsmark e composte di sudditi veneti, di italiani, greci, tedeschi, maltesi s’impadronirono di Modone, di Argo, di Napoli di Romania capitale della Morea ; in Dalmazia eziandio sotto il comando di Girolamo Cornaro prendevano alfine Sign ed altre piazze forti ; la vittoria da per tutto le accompagnava. Era 1’ 11 agosto 1687 quando a voga arrancata giungeva a Venezia una feluca portante la notizia della conquista di Patrasso, di quella di Lepanto e di Corinto, del vasto campo che aprivasi ancora alla vittoria delle armi veneziane. Non è a dirsi la gioia che si sparse per tutta la città ; lette nel maggior Consiglio pubblicamente le lettere, fu interrotta 1’ elezione dei magistrati per iscendere prontamente in chiesa a render grazie all’ Altisimo di tanto benefizio. Il Senato decretò, con unico esempio, fosse a collocarsi l’effigie in bronzo del Morosini (1) nella sala del Consiglio dei Dieci collo stendardo tolto al Seraschiere o generai comandante dei Turchi, apponendovi l’iscrizione : Francisco Mauroceno Peloponnesiaco adhuc viventi Senatus. Il doge stesso gl’ indirizzò una lettera onorifica valendosi delle espressioni usate dagli antichi romani : Vi lodiamo col Senato. Il Konigsmark e gli altri generali ebbero altresì prove della munificenza della Repubblica ; una tavola votiva d’ argento cesellata fu posta sotto alla Pala rappresentante Venezia ai piedi di s. Antonio nella Chiesa di Santa Maria della Salute, in testimonio di gratitudine per la liberazione (1) Esiste nella sala del palazzo a santo Stefano, affidato coma deposito alla contessa Morosini Gatterburg sua discendente.