153 veva al suo ambasciatore il 14 luglio (1) :■ « Abbiamo con 1’ admiratione supposta da voi medesimo inteso il discorso e le indoglienze che con fondamenti e termini cosi iinprj-prii ha passate con voi il secretano Puysieulx sopra le condanne dell’ ultimo supplizio date alli cospiratori contro questa città e cose nostre. La gravità del caso, la iniqua intenzione di quei tristi, l’eminenza del pericolo dovevano piuttosto muovere ad orrore della cosa in sè et a sdegno insieme contro quelli vanno ordendo tali trame e questi affetti sarebbono dei ministri della cristianissima corona più proprii che in qual si sia altro, come quella che ha più volte provato di simili incontri... laonde stimiamo necessario col Senato non differire il passarne ufficio grave et efficace a Sita Maestà (2) ». Nel qual proposito scriveva pure all’ ambasciatore a .Roma (3) : « Noi procedemo nelle cose di giustizia con gran maturità e riserva e le divulgazioni che siano coloro stati puniti a compiacenza di Turchi sono inique invenzioni, lontanissime dal vero e dalla pietà della Repubblica, suggerite dal stimolo della propria conscienza di (1) Secreta. Senato. (2) L ambasciatore francese tu richiamato il 25 agosto 1G20 colla seguente lettera ai Veneziani : Carissimi et grandi amici, collegati et confederati. Avendo determinato di richiamare appresso di noi il sig. di Leon consiglier nel nostro Consiglio di Stato dopo una lunga residenza fatta costì, abbiamo fatta elezione della persona del sig. de Villiers altresì consigliere nel nostro Consiglio per subentrare nel luoco di nostro ambasciatore ordinario appresso di voi, il quale abbiamo incaricato di assicurarvi della continuazione dell’antica nostra affezione e buona volontà verso la vostra Repubblica, il bene e prosperità della quale averemo sempre in singolare raccomandazione all’esempio delli re nostri predecessori, siccome pure particolarmente vi esporrà da nostra parte detto sig. de Villiers, al quale vi preghiamo di prestar fede et credenza come noi facciamo. Pregando nostro Signore, carissimi et grandi amici collegati et confederati, che vi abbia nella sua santa et degna guardia. Di Paris li 28 maggio 1620 (Esposizioni Principi). (3) Secreta Senato 16 giugno. Vol. VII. 20