222 sa Loredau accompagnato dal solo suo figlio 0 da due servi. Il dopo pranzo, raccoltosi il Consiglio dei Dieci nella camera stessa del doge,, fu deliberato l’arresto di Zeno, e data facoltà agl’ Inquisitori di ricercare chi parlasse in biasimo di quanto avea operato il Consiglio de’ Dieci, di compilare il processo ed eseguire anche arresti per ispaventare gli aderenti del Zeno che non isparlassero per le piazze. Alla sera fu mandato alla sua casa, ove s’era di nuovo ridotto, il Capitan grande, ma con raccomandazione di procedere con riguardo, ond’ egli fatta leggera ricerca nelle camere, nè trovatolo, sebbene fosse in una stanza vicina a colloquio coi suoi amici, si partì e Zeno fu proclamato con ordine di presentarsi entro tre giorni. Questi fatti destarono nella città una commozione generale, compiangevasi la trista condizione dei tempi nei quali si vedeva conculcata la dignità del Maggior Consiglio, ed oppressa la pubblica libertà, non essendo più permesso parlar libero, com’ era stato sempre costume in Venezia, non potersi, dicevano, Zeno presentare poiché era evidente che sarebbe giudicato dagli stessi suoi accusatori ; il proclama essere concepito in termini così generali da potetegli addossare qualunque colpa, quando fosse prigione. Zeno infatti non si presentò, e fu pronunziato contro di lui il bando con taglia di lire duemila, dal quale non potesse essere liberato se non passati anni dieci, e trasgredendo e venendo preso, avesse ad essere condannato a stare m una prigione per anni dieci e poi tornare al bando. Tuttavia presentandosi dopo un mese alla prigione dei Capi, sarebbe confinato per anni dieci nella fortezza di Catta-io, dalla quale non potrebbe essere liberato se non passati anni sei. Non è a dirsi l’irritamento che siffatta sentenza prò-