263 a tanto che fossero assettate le differenze, e la Francia che di mal animo si metteva in aperta guerra, vi acconsenti, e fece pure gli altri acconsentire. Ma intanto veniva alla testa delle cose di Francia Armando du Plessis cardinale de Ri-chelieu (26 aprile 1624) e con lui cessava l’avvilimento di quel regno che durava dal 1610; un nuovo e vigoroso governo s’iniziava, riprendevasi la politica del grande Enrico IV, tutto volto all’abbassamento della casa austriaco-spagnuola (1). Fino dall’ autunno di quell’anno 1624, Richelieu mandò in Isvizzera ambasciatore straordinario il marchese di Coeuvres, il quale scorgendo come il papa non pensava a restituire il deposito, che gli Spagnuoli vedevano prolungarsi volentieri nelle sue mani, entrò improvvisamente alla testa di diecimila Francesi e Svizzeri protestanti nella Valtellina, ne cacciò i soldati del papa, fortificò i passi verso il Tirolo. Allora le tre leghe già unitesi all’Austria se ne staccarono, nello stesso tempo che in un congresso raccoltosi in Avignone, al quale intervennero sotto varii colori, oltre ai ministri di Francia, Savoia e Venezia (2), anche quelli d’Inghilterra, d’ Olanda, di Danimarca e di altri principi pi'otestanti, deliberavasi di stringere un’ alleanza per la rin-tegrazione della Rezia, per la libertà d’Italia e d’Alemagna e la restituzione del Palatino sul trono. A terminare il riacquisto della Valtellina, le armi francesi furono rivolte contro Riva, posta su erto scoglio sul lago di Chiavenna, e tenuta ancora dagli Spagnuoli, intorno alla quale venne a stringersi la somma della guerra. Immensi sforzi furono fatti dall’ una parte per espugnare quell’ importantissimo posto, dall’ altra per conservarlo. Non potendo più i Francesi aprirsi la via del mare, tentarono quella del lago, fa- ll) H. Martin, Hist. de Fi-ance, XII, 458. (2) Capitoli della Lega. Cominemoriali XXXIII,