334 nè si .arreso se non per Carmagnola, Savigliano e Chiera-sca. Ma intanto Torino si dava al principe Tommaso (nella notte del 26 al 27 luglio 1639), e la duchessa ebbe appena il tempo di ritirarsi nella cittadella, donde poi si trasferì nel castello di Susa, avendo già prima mandato il giovane duca a Ciamberì. Il Senato o corte suprema di Torino la dichiarò decaduta dalla reggenza ; ella recatasi a Grenoble a conferire col re e con Richelieu finì col cedere quanto teneva ancora in Piemonte, ma non il figlio, come le si domandava, e come dall’altra parte pur domandavano gli Spaglinoli eh’ ella si riducesse con esso a Milano (1). Codesti avvenimenti tenevano la Repubblica in grande ansietà, la quale s’ accrebbe per 1’ assedio posto dagli Spaglinoli a Casale, e per le voci d’intelligenze del Principe Tommaso in Pinerolo e Susa (2), di segreti maneggi altresì e d’ogni sorta di seduzioni che si adoperavano per guadagnare la principessa di Mantova. Questa infatti stanca dell’ alterigia francese avea introdotto a Vienna e a Milano pratiche occulte, e per esser libera nel comando affidò al marchese Guerrieri il governo di Porto, cambiò i suoi ministri, mandò a domandare all’ imperatore la investitura, chiese soccorso spa-gnuolo per cacciare da Casale il presidio di Francia. Allora il ministro francese si partì da Mantova (1638), e la principessa inviò il conte Arrivabene suo primo segretario di Stato a dare al Senato informazione dell’accaduto, e ch’ella stessa avea assunto il generalato delle truppe (3). La Repubblica allora per prevenire ulteriori accidenti rinforzò il suo presidio in Mantova, munì i confini, e avviò un trattato di lega col papa. Ma intanto le vittorie riportate dal generale Hareourt riassicurarono le cose dei Francesi (1) 30 lugl io 1539. Lettera all! ambasciatore in Germania, Corti (2) 23 luglio ib. (8) 14 agosto 1638, Corti.