486 cretario Alberti, e fu ricercato l’imperatore di concedere che il conte Nicolò di Strasoldo nativo del Friuli, ma che allora militava nelle schiere dell’Austria, venisse ad assumere il comando delle truppe di sbarco della Repubblica. Mentre ogni provvedimento con tutta alacrità si apprestava, Giovanni Cappello rimasto a Costantinopoli in qualità di secretarlo dopo la partenza del bailo Donato, intimava al sultano la guerra, e travestito fuggiva. Cominciavano le ostilità nella Dalmazia ; i Morlacchi principalmente condotti dal loro capo Jarko penetravano fino nella Bosnia e nell’Albania. Antonio Zeno provveditore di Cattaro, raccolte le sue genti, correva il paese fin verso Castelnuovo. Per mare la campagna cominciò collo sbarco fatto dal Morosini a santa Maura isola di grande importanza pei Veneziani, poiché posta fra Corfù e Cefalonia valeva a proteggere l’ingresso nell’ Adriatico. Gira ottanta miglia di circonferenza, comprendendo allora trentaun villaggi con circa diecimila abitanti; erane Ama-xichi la capitale ; una striscia di arena stendentesi per lo spazio di ben due miglia ed intersecata da canali con quattro ponti di legno ed uno di pietra la univa alla Terraferma, torrioni ed altri propugnacoli la difendevano. Presa dai Turchi fino dal 1479, 1’ avevano i Veneziani riacquistata nel 1602, poi nel trattato di pace del 1573 restituita. Ora il Morosini dopo sedici giorni di oppugnazione rendeva-sene di nuovo padrone, e da essa mandava un buon polso di gente sul vicino continente sotto il comando del generale Strasoldo che obbligò il 29 settembre il castello della Prevesa ad arrendersi. La flotta ottomana uscita intanto dai Dardanelli, non osando affrontare apertamente la veneziana, contentavasi di qualche devastazione sulle isole del-l’Arcipelago. I Turchi doveano tener fronte lungo tutto il confine occidentale del loro impero da Caminiec, che i Polacchi osteggiavano, fino a Corone minacciata dal Morosini.