107 e onorevole pace, ma che richiesta di lega in iscrittura non vi aveva aderito, ben conoscendo allora come di presente che una simile operazione disturberebbe il principal intento della pace, allontanerebbe da quei principii che formano la base della manutenzione del trattato d’Asti, necessiterebbe altri ad unirsi coi comuni avversarli, disonesterebbe una causa che è onestissima, esporrebbe la Repubblica alle invasioni degli Spagnuoli, ora che essa non era bastantemente proveduta in Lombardia ed apporterebbe altri incomodi senza giovamento di S. A. che dai Veneziani aveva tutto quello che si potesse pretendere in virtù di qualsisia più stretto accordo (1). Nulladimeno tutto inclinava alla guerra e il 14 settembre gli spagnuoli passavano la Sesia penetrando nel Piemonte. Fu in questa guerra che si mostrò 1’ animo veramente grande di Carlo Emanuele (2). Poiché da’ primi rovesci non avvilito, e benché vedesse sbandarsi le sue truppe, tanto più sollevavasi quanto più veniva depresso, e attendeva a fortificarsi e fare la massa a Crescentino mentre per addormentare il Toledo introduceva di nuovo parlamento di concordia. Intanto il danaro che venivagli da Venezia gli dava modo di raccogliere ancora truppe, e uscito in campo alla nuova stagione, riportò alcuni vantaggi. Gli Spagnuoli dal canto loro stringevano sempre più Vercelli, che finalmente dopo eroica difesa, sostenuta dal 24 maggio al 26 luglio, fece un’ onorevaie capitolazione. Tuttavia le condizioni degli Spagnuoli non erano tali da far desiderare al Toledo la continuazione della guerra, anzi trovandosi molto indebolito con due sì valenti capitani di fronte quaji erano Carlo Emanuele e il Lesdiguières, corse ed arse le proprie terre, ed acerbamente lagnandosi nella corte di Francia di (1) 6 Agosto 1616 Secreta. (2) Botta L. XVII, p. 169.