517 molto a soffrire dalle correrie tartare dopo la morte del suo re Giovanni Sobieski, ma nuovo vigore pareva dovesse venire agli alleati dall’adesione dello czar Pietro di Russia (1), il quale, primo autore del dirozzamento e fondatore della potenza de’ Russi, chiedeva ai Veneziani costruttori di navigli (2), che gli vennero concessi verso solenne promessa dell’ inviato all’ ambasciatore Ruzzini, che avrebbero potuto tornare in patria. Intanto però le cose d’ Europa sembravano inclinare fortemente alla pace, e la Francia sebbene per lo più felice nelle sue armi, specialmente in Italia, trovandosi spossata e bramosa di quiete, si dava prontamente la mano, anzi il signor di Pomponne segretario di stato chiamato a sè l’Erizzo ambasciatore a Parigi, gli disse essere inclinato e tutto disposto alla pace, affidando anzi al Senato 1’ arbitrato nelle questioni d’Italia e la mediazione per la pace universale di Europa (3) ; dovere i sostenuti aggravii avere istruito gli Stati Italiani, quanto loro fosse necessario di proveder ai futuri pericoli ; che dovrebbero con una buona e sincera alleanza formar di tutta la provincia un corpo a guisa del germanico, e distribuendo tra essi con giusta misura l’obligo di sostenere un certo numero di truppe, conservarsi in istato di poter in ogni caso coprir il paese dagl’ insulti, e contender ai forestieri l’ingresso ; che la Repubblica per potenza e per saviezza di gran lunga superiore agli altri, dovrebbe farsi capo della difesa comune (4). E inoltrandosi nel ragionamento aggiungeva all’ Erizzo che se in questo momento essa in virtù dell’ alleanza che aveva (1) Plenipotenza a Carlo Ruzzini ambasciatore a Vienna di concludere la lega col czar. 4 ag. 1694, Corti. L’ 11 nov. 1697, fu nominato residente in Moscovia il secretario Francesco Savioni, Corti, p. 129. (2) Loro passaggio da Vienna 7 die. 1696 Corti. (3) Dispacci Nicolò Erizzo da Francia 20 luglio 1696. (4) Ib. 26 ottobre.