510 nato 0 presentata al Maggior Consiglio, non s’intendesse accettata se non con due terzi de’ voti di questo convocato in individui al numero di almeno ottocento, locchè equivaleva ad una proibizione. A molti gelosi repubblicani avea spiaciuto quel poter civile e militare in una sola persona riunito, di-cevasi troppo costare all’ erario 1’ allestimento decoroso conveniente alla persona del principe che si reca egli stesso nell’ armata, che infine non era prudenza 1’ arrischiare la sua persona agli eventi della, guerra. E sebbene eccezionalmente si permettesse questa volta l’incoronazione della dogaressa Elisabetta Quirini moglie del Yalier non ostante un decreto del 1646, che l’aboliva, fu però severamente proibita per 1’ avvenire, e con altro decreto del 13 luglio 1700 vacante ducatu fu vietato alla dogaressa anche l’uso del berretto ducale, e di ricevere ambasciatori. Rinnovatesi le correrie dei Morlacchi sul territorio ottomano, assicurata la Dalmazia colla presa fatta dal pro-veditor generale Girolamo Dolfin della fortezza di Ciclut, e di quella di Clobuch per opera di Luigi Marcello, imposto rispetto e freno ai Ragusei, che gelosi del commercio della Repubblica e della vicinanza delle sue armi, mostravano di sempre più favorire i Turchi, maggiori cose preparavansi dal Zeno contro di questi. Diede principio alla campagna, collo spingere un corpo fino a Livadia donde tornò dopo avere sconfitto il nemico con ricche spoglie, poi fu posta dinnanzi di nuovo la proposizione della riconquista di Negro-ponte, ma rigettata perchè l’esiguità delle forze non prometteva prospera riuscita, fu invece deciso di volgere le armi all’ acquisto dell’ isola di Scio colla quale, tenendole dietro assai probabilmente la resa di Tenedo e di Metelino, venivasi a togliere ai Turchi la piazza d’ armi in cui dispo-nevansi i materiali e le munizioni d’ogni sorta per Candia e Negroponte, e avrabbesi portata dolorosissima ferita aH’im-