121 ditione del Golfo, so che li coglierò alla spro vista, son io che comando in questo regno e non altri (1). » E facendo alle parole seguire i fatti, dava ordine alle galere di venire in Golfo, e intraprendere quanti legni veneziani incontrassero, consegnando in pari tempo al capitano Ribera un ordine sigillato da aprirsi solo giunto che fosse in Golfo, e nel quale si supponeva contenesse l’ordine di assaltare qualche luogo della Dalmazia o dell’ I-st.ria (2), della cui condizione era già stato bene istruito dai Ragusi. » Signor Residente, diceva un giorno l’Ossuna allo Spinelli (3), (che alle lagnanze del viceré circa ai soccorsi prestati dalla Repubblica al duca di Savoia, rispondeva essere stato a giusta difesa, dacché .truppe pagate da Spagna erano penetrate nel Friuli, e D. Pietro di Toledo governatore di Milano non voleva fossero inclusi nella pace i Veneziani). Io parlo con V. S. alla libera, li miei vascelli vanno in Golfo nè desisteranno di travagliar la Repubblica se ella non desiste di aiutar Savoia, e mi lascio intendere che tutto quello che faccio è senz’alcun ordine del re, anzi voglio dire di più, che S. M. mi ha scritto ultimamente che non dovessi mandar questi vascelli in Golfo, ma io gli voglio mandare con le insegne mie e non con quelle di Sua Maestà, acciò non si possa dolere di me che io avessi mandato le sue insegne in alcun luoco contro la sua volontà. S. M. non mi ha mai scritto che dovessi aiutare in alcuna cosa arciducali ed io stimo bene di prefi) Il 15 aprile scriveva il Senato all’ambasciatore in Spagna delle cattive operazioni del viceré: ricettare Uscocchi, mandar galeoni a danno della Repubblica; strani suoi concetti; parerò impossibile non passi d’accordo col re, anzi per lettere da Roma sapersi il Cattolico aver sollecitato il papa ad unir le sue galere con quelle dell’Ossuna; si volga l’ambasciatore al confessore del re per fargli pervenire i suoi richiami, poiché l’Uzeda teneva nascosta a S. M. il vero stato delle cose. (2) 7 Marzo 1617. (3) 4 Aprile 1617. Vol. VII. 16