390 desistere dalla sollevatione con certezza di dover ricevere ogni contento. Ma, inesorabile, ruppe le carceri di santo Giacomo, et altre ancora, liberando li prigioni, senza però toccar la Vicaria, dicendo non voler metter mano a ciò che tocca immediatamente l’autorità del re. Non tenendosi il signor Viceré sicuro in detto convento si fece deliro una di queste ordinarie seggette portare la notte stessa in castello sant’ Ermo, da dove poi, dicono, in habito di monaco certosino, sia disceso et entrato in Castelnovo, dove al presente si trova per essere in sito più comodo alla negotia-tione ...... Ma ogni negoziazione era vana, ed il popolo elettosi a capo un povero pescatore di nome Tommaso Aniello, detto comunemente Masaniello, voleva l’abolizione delle gravezze, le antiche libertà, e tanto crebbe il tumulto che il Viceré dovette accondiscendere a tutto, dovette ricevere e trattare come un suo pari Masaniello (1) che con lui si recò in carrozza nella chiesa dell’ arcivescovato per assistere alla pubblicazione dei Capitoli, la quale fu eseguita dal segretario del regno, sedendo il cardinale arcivescovo Filomarino sotto un baldacchino, e all’ incontro sotto un altro il Viceré e ai suoi piedi Masaniello, che di quando in quando si alzava, e contradicendo faceva cancellare o mutare qualche parola. Finita la cerimonia, Masaniello volle baciare e abbracciare il Viceré ; sua moglie con altre sue parenti si recò egualmente dalla viceregina che 1’ accolse benignamente, e la regalò di alcune gioie. Masaniello però tornato da un rinfresco fattogli offrire dal Viceré a Posilippo, cominciò nella notte a impazzire e ad operare il di seguente tutto allo sproposito, facendo con modo barbaro e tirannico tagliar la testa or a questo or a quello, concitandosi in fine per modo il furore (1) Vedi particolari in Mutinelli, Sfuria arcana.