330 veri e di munizioni dai suo territorio, ma rifiutavasi fermamente di dare alcun aiuto diretto (1), del che la Spagna mostravasi contenta ; ma quando questa domandava il tragitto delle sue truppe pel golfo, rispondeva risolutamente il Senato : essere stata la Repubblica sempre ferma nel sostenere i proprii interessi : il mare, la casa, il territorio proprio, tale convenirsi infatti chiamare il golfo, il dominio del quale s’era acquistato e conservato per tanti secoli con tanto oro e col sangue de’ suoi cittadini ; amar essa la pace e la quiete, non mai credere che alcun principe fosse per provocare la Repubblica, e metterla nella necessità di altre risoluzioni (2). 1636. Nella primavera e nella state del 1636 la guerra fu maneggiata con maggior vigore, ma senza definitivo risul-tamento, i popoli soffrivano aspramente e non vedevano termine alle loro sciagure ; il duca di Parma scorgendo di nuovo minacciati i suoi Stati, vi si ridusse quasi solo ed incognito, traversato il mare da Yoltri a Lerioi, ma fu ciò non ostante accolto con giubilo dal suo popolo che 1’ amava pel suo valore e pel buon governò, ed egli commosso a’ suoi patimenti, deposti finalmente gli orgogliosi disegni e le mal concepite speranze, si decise al partito di aggiustarsi cogli Spagnuoli, il che ottenne rinunziando alla colleganza di Francia e Savoia, riavendo liberi da stranieri presidii i luoghi occupatigli, impegnandosi egualmente dal canto suo di licenziare le truppe francesi e di non macchinare nè prestar più mano contro di Spagna. Di cotesta risoluzione mandò a giustificarsi colla Repubblica, la quale non potendo altro, fece buon viso (3). Qualche speranza di pace intanto era sorta, poiché U) ^ giugno 1034, pag. 77. (2) marzo 1636, Corti. (3) 14 marzo 1637. Corti, Lettera al duca, p. 8.