424 loro sperare tra breve l’acquisto ; gli scontri per mare riuscivano quasi sempre felici ai Veneziani, e davano occasione a fatti di eroismo meraviglioso, direi quasi miracoloso. 1654. Era stato nominato di nuovo al comando Luigi Leonardo Mocenigo, ma non era per anco giunto all’ armata quando Giuseppe Delfino recavasi a chiudere come al solito il passo dei Dardanelli, con sedici navi ed inoltre due galeazze comandate da Giacomo Gabrieli e Girolamo Pesaro, ed otto galee sotto Francesco Morosini capitano del golfo. Del che avvertito il nuovo capudan bascià Murad uscì subito da Costantinopoli con quanti navigli potè frettolosamente raccogliere, ed erano quarantacinque galere, sei maone e ventidue navi, nel tempo stesso che altre ventidue galere fuori dello stretto venivano in suo soccorso serrando così i Veneziani dalle due parti. Era la mattina del 13 maggio 1654 (1), quando spuntato appena il giorno Murad mosse con buona ordinanza, favorito dalla corrente dell’acqua e da prospero vento. Stavano in terra schierate molte milizie con palischermi e caicchi lungo le rive per portar rinforzi di gente ove il bisogno richiedesse. Il Delfino, bene avvedendosi che a tanta superiorità di forze invano avrebbe tentato d’impedire 1’ uscita, prese altro divisamente e fu quello di ordinare ai suoi di tenersi fermi siili’ ancora, lasciar passare metà dell’armata nemica, poi ad un suo cenno tagliate le gomene gettarsi improvvisamente tra essa, e seguendola collo stesso favore del vento e della corrente batterla e sgominarla. Ma accadde che dodici delle navi avendo levate le ancore prima del tempo furono dalla corrente trasportate fuori dello stretto, strascinandosi dietro le galere a cui erano legate, sicché solo quattro navi, dite galeazze e due galee restarono al posto ; una di queste da S}\ ^.a re'a7'ior>R del capitan generale Giuseppe Dolfin, Cod. CCXI, ital. alla Marciana.