464 in altra forma ne restasse precluso 1’ adito. Il progetto come tendeva ad un fine che si deve chiamar buono, considerando che quando Turchi vi aderissero, si spuntarebbe di frenar quell’ orgoglio sempre da loro praticato, d’insuperbirsi nelle vittorie e spinger più oltre con piede violento le conquiste, si aggiunse la considerazione delle nostre forze tanto minorate, et il bisogno che ha la patria di respiro da si lunghe fluitazioni, nè si deve trascurare di riflettere, che soccorsi stranieri nè validi nè opportuni possono giungere a sollevo di queste oppressioni, quando fossero anco intenzionati a bene ; onde parve che la proposizione della pace, quando l’eccellentissimo sig. capitano generale stimasse proprio tentarlo, fosse l’unico respiro che potessero godere gli affanni che nutriscono i languori della piazza, e concordò uniforme l’opinione che con l’autorità sua che tiene, vi applichi intensamente ogni studio. » Concorrendo così 1’ adesione generale, il Morosini mandò al vezir con proposizioni di pace ; grandi difficoltà a principio si opponevano per parte dei Turchi, che già si tenevano sicuri di avere la piazza, ma pur finalmente superata dalla destrezza del Morosini ogni lor ritrosia, fu conchiuso il 6 settembre un trattato generale di pace, con la cessione della città di Candia già impossibile a conservarsi, dacché i Turchi, vi si erano internati dalla parte di sant’ Andrea. Laonde scriveva il capitan generale al Senato (1) che « essendo ridotta la piazza di Candia in tale stato da non poter più resistere all’ aggressioni vigorose del vezir et inevitabile la caduta, prestato dalla bontà del Signor Dio adito a’ negotiati, abbi accordato la pace colla cessione di Candia con le seguenti conditioni : si sono preservati cannoni trecento ventotto, de’ migliori, la gente, le (1) Corti, 19 ott., p. 308.