569 Lettere da Roma sull’ interdetto (1). Di Roma li 19 maggio 1606. Se bene il papa da alcuni mesi in qua per questi travagliosi pensieri ha perso parte del suo vigore, come dalla smarrita vivacità della faccia et non naturai canitie ognuno conosce, cosa che infinitamente affligge li ecc.mi fratelli, sorelle e nipoti, i quali veggono questo accidente esser pestilente alla loro grandezza et esaltatione, nondimeno dopo che S. S. ha letta et riletta et più di dieci volte fattasi legger 1’ apologia del Sermo Duce veneto fatta al suo Breve monitoriale (la qual sempre porta nella scarsella) come che non la capisse, tanto aveva alla ricevuta di questa 1’ animo oppresso, è restato esangue, inanime, senza sonno et appetito et finalmente ferito di colpo mortale, laonde siccome per avanti spesse volte diceva che finalmente il drago, per il qual intendeva sè stesso, haverebbe uccisa et divorata la vipera, alludendo a Sua Serenità, così hora i papalini vanno temendo di contrario evento se Iddio non aiuta Sua Beatitudine, per la salute della quale si fanno da molti, divote affettuose orationi. In vero questo manifesto è stato un acutissimo stile al cuore del papa, che non solo gli ha levato la serenità, ma gli ha anco fatto ritardar et forse mutar i suoi disegni. Et essendo per questa occasione concorsi molti Cardinali da S. S. furono interpellati ciò che sentivano di esso, sopra di che fatte fra essi varie contese, molti di essi a consolatione del papa risolsero che quest’ apologia come mal intesa invece dovesse essere dichiarata et tenuta per atheista, dicendo alcuni che quando anco (essa) volesse intendere di effettuare la strage (lo scisma f) inglese, che non gli sarebbe riuscito, perchè quel paese è per natura inespugnabile et sicuro, cosa la qual non milita nel nostro caso (2). Nel qual ragionamento il papa attendeva più presto ad ascoltare che a discor- (1) Pubblichiamo dall’ Archvio de’ co. Donà dalie Kos fi (Boma n. 15) le seguenti lettere, che crediamo autentiche, perchè danno nuovi particolari suiraf-fare dell’ Interdetto e chiariscono vieppiù la parte che vi ebbero gli Spagnuoli. V. questa Storia e Mutinelli Storia arcana e aneddotica d’Italia, t. Ili, p, 67 e seg. (2) Ho cercato di raccapezzare cosi alla meglio il senso. Yol. VII. 72