% 17 il doge : « Convenire alla Repubblica fare grossissime spese in tenere molti presidii e nella costruzione di fortificazioni, ed essendo di comune interesse la difesa, dovervi altresì tutti contribuire, e se il clero è protetto e difeso al pari di tutti gli altri sudditi, ben esser giusto e conveniente ch’esso ancora concorra nelle relative spese. Altre volte essere passate difficoltà tra i deputati di Brescia ed il clero, e se anco al presente questo, anziché ricorrer come fece al Nunzio, fosse comparso innanzi al principe, si sarebbero volentieri ascoltate le sue ragioni e fattogli giustizia ; ben è vero, avere Sua Santità concesso le decime, ma esser queste al presente di tanto diminuite per le tante esenzioni concesse, che si rende quasi insensibile il beneficio che se ne ritraggo, e ben saperlo Sua Signoria Reverendissima per le cui mani erano passati tutti codesti negozi, eppure le spese della Repubblica essere continue ed eccessive specialmente nelle isole del Levante, ed ultimamente ancora pei movimenti degli Stati confinanti di Terraferma ; tuttavia nulla aver essa richiesto, nulla domandato, ma ora ove della sicurezza comune si tratta, comune dev’ essere il concorso dei cittadini ». Replicò il Nunzio : « che se Sua Serenità voleva mettere quella gravezza, 1’ avea per molto conveniente, ma il far godere al clero la sua esenzione non essere di pregiudizio pubblico, ed essendo tanto gli ecclesiastici quanto i laici egualmente vassalli della Serenissima Repubblica sarebbe officio della carità sua di conservare quelli ne’ loro privilegi e non permettere che siano aggravati dai laici, non essendo a siffatti aggravii tenuti, dappoiché questi non risguar-davano i loro vantaggi particolari ; anzi ricordava come essendo la città di Pisa molto bassa e paludosa, e però esistendovi un magistrato a quest’ uopo, a mantenere i terreni asciutti concorressero allo spese bensì anche gli ec-Vol. VII. 3