577 Nel resto la contesa del papa con quella Serenissima Repubblica si ritrova nelli passati termini. Sua Santità come creatura ed imitatore di Clemente Vili, la cui memoria in questo Pontificato si rende ogni dì più gloriosa, si crucia et rammarica grandemente considerando con quanta prudenza, riputazione et quiete papa Clemente abbi trattati et sopiti li romori della giurisditione tra il spirituale et temporale di Milano e Napoli senz’alcun paragone maggiori delli presenti, et che esso poi non sappia trovar temperamento con quella admiranda Repubblica, vivendo avidissimo di mantener in tranquillità li principi cristiani e di goder la pace et quiete come fondamento della esaltatione di Santa Chiesa e della grandezza e conservatione della Santità Sua, e tanto più ciò lo affligge conoscendo molto bene come oggidì le vien persuaso che il decreto di quelli Signori è giustissimo fatto da essi necessitati e sforzati dal mantenimento del loro stato, e questo è fatto notissimo alla corte tutta, et al sacro Collegio, al quale et a tutti insieme con Sua Santità molto assai più dispiace la tirannide di Sicilia. Va anco il papa con il Collegio dei cardinali contrapesando 1’ utile che Santa Chiesa averebbe ottenuto l’intento suo d’intorno alla rivocazione, con il danno inestimabile che è per patire quando si contenda di ottener questa annullazione per forza e ccn 1’ arme, et quanto al spirituale et quanto al temporale, e l’Italia anzi il mondo tutto oltre li grandissimi travagli che è per avere e pericoli che soprastanno da una tanta risolutione che concerne la total ruina della Repubblica cristiana ; non essendo veramente ufficio di buon Pastore il rovinar, distrugger et insanguinarsi contra le sue pecore che gli apportano la vita et il hen essere, oltra il lasciar la sua memoria in maledizione essendo autor et spettator contra ogni pietà di tanto male. Dall’ altro canto poi gli preme grandemente la difesa dell’ autorità e dignità e libertà ecclesiastica per la qual ha fatto quanto sinora, benché con infinito suo cordoglio ha operato contro quella eccelsa Repubblica, che si può più presto attribuire alla emulatione e consiglio di alcuni personaggi grandi e cardinali che alla propria volontà, essendo di natura amorevolissimo, et ora più che mai a guisa di tanti arrabbiati cani gli sono continuamente alla gola per comunicargli il loro veneno di sfogar contra quei prudenti Signori col mezzo della scomunica, discorrendogli che se dovesss perire tutto il mondo, non si debba nè Vol. VII. 73