118 avendo il viceré ordinato a Giacomo Pierre e a Langlade di mettersi sull’ armata, occorreva una sollecita risoluzione (1), stabilì una condotta di tre anni col Langlade (2) a ducati quaranta il mese, non volendo Giacomo Pierre patto veruno, ma mettendosi, come dicea, nella generosità della Repubblica che avrebbe saputo rimeritarlo degnamente a norma de’ suoi servigi. Venutogli ordine dal viceré di andare con un Bernardo Ventura pilota a Gaeta e Civitavecchia e poi verso Livorno per provvedere marinai, colse il destro per sottrarsi e dirigersi a Venezia ove giunse con Renault, con Langlade e un Beraud detto la Barriere nel maggio di quell’ anno 1617. Scriveva però il Contarmi da Roma il 15 aprile : « Il capitano Giacomo Pierre ha tanto fermamente e in mille guise esternato il desiderio di essere al servigio di Vostra Serenità che mi è spesse volte venuto il pensiero che questo corsaro che merita tanto poca confidenza quanto è pieno di coraggio e di ardimento, cerchi di essere al soldo della Repubblica affinchè quando abbia ottenuto una condotta sull’armata sia a mezzo di rendere qualche servigio al duca d’ Ossuna ed agli Spagnuoli ; tanta insistenza non mi sembra naturale. Potrei ingannarmi, e desidero che sia così. In ogni caso un perito medico sa servirsi anche dei veleni. Voglio dire che Sua Serenità può servirsi egualmente dei ricordi e servigi tanto de’ suoi propri, come di quelli che si mostrano suoi fautori, in maniera che se ne abbia 1’ utilità senza il danno ». In senso affatto contrario scriveva lo Spinelli da Napoli il 1.° agosto: « Il capitano Langraud (3) e Giacomo Pierre che partirono di qua sono venuti con sincerissima ed ottima (1) Spinelli, 1 aprile 1617. (2) 13 Ap. Lettera a Spinelli, e 7 aprile Secreta. (3) Ora trovasi nominato Langraud, ora Langrand, ora Langlad.