122 stargli ogni favore, perchè mi pare che non si convenga alla riputazione del re, che mentre con 1’ assistenza della Repubblica il duca si è ingagliardito tanto contro S. M. si stia qui senza fare casa alcuna contro la Repubblica. Ho scritto il tutto al papa et al re dissuadendoli ora quanto più posso dalla pace con Savoia, perchè non la può più fare con sua riputazione; bisogna prima levargli il stato e castigarlo molto bene, come si farà al sicuro. Vengono ora quattro mila fanti di Fiandra, e mille cavalli di Milano, mille cinquecento ne mando io ora e ne fo fare altri mille, manderò anche di qua otto o diecimila fanti ; bisogna in somma levargli il stato, altrimenti non ci sarà mai la riputazione del re. Così li ho scritto nè credo che per altra maniera si possa introdur pace in Italia... La Repubblica arma; fa molto bene nè può far di mene, nè io mi doglio nè mi dolerò mai di questo, è obligata a difender le cose sue siccome io son obligato a far la parte mia. Sua Maestà ha stimato bene lasciar libero il passo del Stretto (di Gibilterra) alli vascelli olandesi, perchè poco le importa che gente rovinata e mezzo disfatta se ne venga al servitio della Repubblica ; così son avisato anch’ io del mal stato di quella gente, ma forse tengo altro pensiero in quanto al passo. Farò tutto quello che potrò e che stimerò convenirsi al servitio del re ; faccia la Repubblica la parte sua e si difendi, che farà bene ; nè mi doglio punto di ciò perchè so benissimo che non può far altrimenti. Li miei vascelli non navigano sotto le insegne del re, perchè non voglio che la Maestà Sua possa dolersi di me, navigano sotto le mie e faranno il debito loro » (1). Le più strane idee si aggiravano per la mente di quel-1’ uomo ambiziosissimo : pubblicava, e con istupore d’ognu- ( 1) Non basterebbe questo discorso a rovesciare tutt’i sogni, tutte le strtne cose ideate dal Dani a dispetto d’ogni critica e documento storico ?