469 disordinatamente i Francesi. Stettero questi fuori delle muraglie avanti giorno chetamente col ventre a terra aspettando il segnale della mossa, quando, dato prematuramente, non essendo ancora sgombrata 1’ oscurità della notte, insorsero tutti con mirabil coraggio e meravigliosa ordinanza ; ma non iscorgendo la strada, nè discernendosi tra loro stessi, una delle squadre avanzate si battè con un’ altra credendo di aver incontrato i nemici. Si rimisero però presto, e di buon passo, inoltrandosi in quelle inviluppate trinciere, uccidevano quanti tentavano di resistere. Occuparono arditamente tre ordini di quei ridotti, e giunti alle batterie, le trovarono abbandonate, imperocché lo spavento aveva confuso i Turchi di modo, che lasciata senza difesa ogni cosa, fuggendo si ritiravano sopra alcune colline. Pervenuti con felicità i Francesi ad una batteria in luogo eminente, che chiamano delle Grotte, il Cielo fece vedere con uno de’ suoi colpi, che la vittoria non dipende dalla mano degli uomini, ma scende dall’ alto, e che il coraggio è uno spirito di Dio, che soffia e svanisce a’ suoi cenni. Caduto, non si sa come, fuoco sopra alcuni barili di polvere, s’ accesero con morte di trenta soldati ; ma ciò credutosi dai più lontani una mina, cagionò tal terrore, che volte le spalle e senza esser inseguiti fuggendo, rotta ogni ordinanza, e rovesciandosi i battaglioni 1’ un sopra 1’ altro, gettate l’armi da molti, tutti nell’ istesso disordine involti, corsero verso la piazza. Teneva Noailles collocato un grosso in sito proprio a rompere la comunicatione del campo, et ad opporsi a’ soccorsi, che venissero dall’ altra parte ; et avevano questi prosperamente battuto una partita di Turchi, che il visir vi spingeva, quando vedendo la fuga degli altri, invece di sostenere l’empito de’nemici, che scendevano dalla collina, si lasciarono rapire dalla confusione comune. Il duca con la spada in mano operò maraviglie, e correndo