24 lungo tempo opposta sulla base de’ suoi privilegi antichi, avea finalmente concesso che il Zane si recasse a Roma non già per esservi esaminato, ma solo perchè il papa 1’ avea chiamato per onorarlo (1). Ora Paolo V rimetteva in campo la stessa pretensione dell’ esame quanto al Vendra-min e la stessa opposizione incontrava nel Senato, il quale dichiarava che ad un esame non avrebbe giammai acconsentito, solo permettendo andasse il nuovo patriarca a Roma per baciar il piede a Sua Santità, se questa di tal rispettosa dimostrazione si contentasse. Così si aumentavano ogni dì più i motivi di disgusto tra le due parti e parevano succedersi quasi a bello studio gli avvenimenti per condurre a manifesta rottura. Correva 1’ agosto del 1605 quando i rettori di Vicenza scrivevano al Consiglio dei Dieci di un laido insulto fatto alla casa ove dimorava donna Nivenzia Trissina, savia e morigerata donna, allo scopo d’infamarla; e ne ricevevano autorità d’istituire il processo col rito del Consiglio (2). Venuto a risultare dall’ introdotta inchiesta essere il colpevole un canonico Scipione Saraceni, il Consiglio considerando 1’ importanza del fatto e le pessime informazioni avute da Verona sulle qualità di quel prete, deliberava il 1.° ottobre (3) assumere in sè stesso il processo, e invitava quei rettori a dare al Cardinale comunicazione di questa risoluzione del Consiglio (4), aggiungendogli che per quanto (1) Deliberazioni Senato Roma 20 agosto 1605. (2) 26 Agosto 1695 Cons. X, Crim. (3) Ib., pag. 44. (4) Che per le cause espresse a questo Consiglio sia rivocata la delegatione da esso Consiglio fatta sotto il 25 agosto prossimo passato alli Rettori di Vicenza dell’insulto fatto alla casa di Neventia Dressena alla quale fu imbrattata la porta con altre insolentie et il detto caso assonto in detto Consiglio, di che ne sia data parte alli Savii del Collegio pn'un secretano di questo Consiglio, dicendoli che essendo state conosciute per le ultime informationi venute da Verona le colpe del canonico Saraceni sempre più gravi et egli sempre più colpevole,