240 principi alla pace; prometteva buon trattamento a’sudditi loro, e ofierivasi disposto ad entrare con essi in più strette relazioni di commercio (1). Lq stesse cose ripeteva al Len-chio agente dei confederati in Halla, promettendo che non permetterebbe leva di gente contro i principi di Germania, nè cosa alcuna a loro danno (2), e negò difatti il passo alle genti spagnuole (3), rifiuto che sebbene espresso colle più dolci parole e appoggiato dal desiderio di non immischiarsi punto in siffatte contenzioni e mantenersi in pace con tutti, disgustò non poco l’ambasciatore spagnuolo a Venezia, marchese di Bedmar, e contribuì forse a farlo entrare nella famosa cospirazione. Intanto le cose in Germania sempre più si sconvolgevano, e la guerra pareva imminente. L’Imperatore Rodolfo era stato costretto a concedere ai Protestanti la così detta Patente imperiale che permetteva loro il libero esercizio della religione, patente (4), che non osservata, irritò vieppiù i Protestanti e fu causa in appresso, che la Boemia staccatasi dall’Austria eleggesse in proprio re l’elettore Palatino. Imperciocché riuscito vano al congresso di Praga il tentativo di riconciliazione dell’imperatore col fratello Mattia (5), al quale avea dovuto cedere l’Ungheria e l’Austria coll’ aspettativa del regno di Boemia (25 giugno 1608) ; (1) Secreta 24 sett. 1609 e 3 die. (2) Secreta 26 marzo 1610, p. 96. (3) 4 Mag., 106, ib. (4) L’imperatore se ne scusò cogli ambasciatori di Spagna e col nuncio adducendone la necessità, ma 1’ ultimo rispose che non bisognava lasciarsi ridurre a questi termini, e che intanto non potea lasciare di far intendere a Sua Maestà ch’era incorsa in censura. Dispacci Marin Cavalli 27 lug. 1609. (5) L’ ambasciatore Marin Cavalli mandò al Senato il 9 luglio i«1 artÌC0'' accordo di Mattias re d’ Ungheria coi Baroni e cogli Stati Protestanti d’Austria del marzo 1609, articoli che eccitarono il disgusto dell’imperatore, di Leopoldo e del Nunzio.