52.1 pero volevano ancora tergiversare, nè s’indussero a segnare la propria se non il 30 di ottobre. Le condizioni principali consistevano nel riconoscere che iacea Luigi XIV, Guglielmo d’ Oranges in re d’Inghilterra, e nella reciproca luro il re Guglielmo e li Stati generali per garanti che dal Cattolico sarà ratificato il trattato. In vigor di questo cede la Francia Lùxemburg, ma restano al Cristianissimo li diciasette villaggi che pendono indecisi se al territorio di Ath che si restituisce o a quèllo di Courtray che si ritiene, siano annessi. Si rende Barcellona e tutte le alti® piazze comprese negli articoli che furono a suo tempo trasmessi al re Cattolico il quale in questa guerra tanto ha perso d’onore quanto nella pace ricupera di stato. Fecero li di lui ambasciatori e gli altri alleati ogni possibile per condur 1’ Alemagna a sottoscrivere con essi 1’ accordo, e nello stesso tempo non risparmiarono studio di preghiere con la Francia acciocché concedesse a tutti un più lungo termine con che potessero unitamente segnarla. Ma tutto riusci indarno, onde piegando sotto la forza, si divise in quel punto la lega e si ruppe il gran vincolo che per tanti anni strinse 1’ Europa. Il più che si potè esigere da’ Plenipotenziarii di questa Corona furono sei settimane che all’imperatore et all’impero si concedono per assentire al presente progetto, non dubitandosi che per non restar oppresso dallr. forza superiore di queste armi non sia infine per approvarlo. Intanto negli ultimi giorni che precessero li venti, tante furono le conferenze e pubbliche e private in Resvik, che tolte al sonno e al cibo tutte le ore, furono le notti intiere impiegate in congressi. Convennero in luogo occulto e mascherato il baron Seyler terzo plenipotenziario cesareo, il sig. d’Harlay primo della Francia, appresso de’ quali stando il secreto de’ loro sovrani conferirono per lunghe ore e si divisero con segni incerti se abbino in fine in secreto concluso le differenze de’ loro padroni. Sinora 1’ imperatore si mostra fermo nt-i primi oggetti di non separarsi dai suoi membri, ma comunque sia, averà cosi bene saputo coprir i suoi fini che sarà sempre laudabile la di lui fede d’ aver voluto sacrificar all’ interesse pubblico il suo particolare, facendo ogni potere per non ricevere 1’ equivalente di Strasburg come più volte fu dimostrato. In questo mentre sparsa nella corte di Francia la notizia lietissima della pace generale appunto in tempo che in questo gran palazzo di Fontenebleau convitati dal Cristianissimo trovansi gl’infelicissimi re e regina d’Inghilterra, non vi è finezza che la Maestà Sua risparmii verso gli Principi, nè sorte d’ ossequio con cui dalle reali persone e da ogni altro ordine non siano riveriti. Tra tali grandi apparenze però restando in effetto abbandonati e senza speranza di cambiar fortuna, non può chi li mira negar le lagrime ai casi loro, tanto più essendo degni di compassione, quanto che con mesti segni, e con una dolente modestia esercitano quelli ossequi verso il Sovrano : non si dolgono di una tanta disgrazia, e coprono nel silenzio la loro grandissima sciagura. Fontenebleau 27 sett. 1697. Voi.. VIT.