239 rivolsero ad invocare i soccorsi di Enrico IV di Francia. Alla notizia di cotesto movimento, si affrettò Massimiliano ad opporre ad essi altra lega che prese il nome di cattolica. E mentre tutto prendeva per tal modo nella Germania un aspetto minaccioso, il debole imperatore Rodolfo II, circondato da ministri che non gli lasciavano penetrare la vera condizione delle cose, non dava ascolto alle lagnanze che i Protestanti presentarono come ultimo, tentativo prima di venire alla prova delle armi, e sopravvenuta pur allora per la morte di Giovanni Guglielmo duca di Giu-liers, la quistione per la successione disputatasi principalmente tra il conte di Neuburgo e il marchese di Brande-burgo protestanti, vi s’immischiarono altresi le pretensioni imperiali in favore dell’ arciduca Leopoldo, cercando coprire l’ambizione collo zelo di conservare la religione cattolica in quella provincia. La Spagna sosteneva naturalmente casa d’Austria ; dichiaravasi invece contrario alle sue pretensioni Enrico IV, che desiderava cogliere occasione per introdursi nelle faccende di Germa-nia. E già apprestavasi a muovere le armi, quando il pugnale di Ravaillac tronco colla sua morte il grave perico- lo che minacciava all impero l’improvvisa invasione dei Francesi, i quali entrando nel Belgio doveano gridarvi la Repubblica, sollevare il popolo, cacciare i nobili, nel tempo stesso che gli Olandesi colla loro flotta sarebbero accorsi a chiudere i porti imperiali (1). In pari tempo i principi protestanti aveano mandato Leonardo Butten, consigliere del conte Palatino, per partecipare al Senato di Venezia la condizione delle cose, e offrire buona amicizia e colleganza. Rispondeva però il Senato in modo di evitare ogni impegno, mostrava aggradir molto l’ufficio, ma consigliava quei (1) Schloaser, Weltgeschichte, XIV, p. 67.