316 « avergli detto lo Schomberg che i ministri del re a Rati-sbona aveano trattato la Serenità Vostra così male come gli affari stessi regi, contro la mente della Maestà Sua, assicurandomi che lui non si scordarebbe certo di VV. EE., e prometteva di far inserire 1’ articolo così oonceputo : « Ed essendo giusto che la Repubblica di Venezia che ha preso tanta parte a questo movimento per la conservazione e la libertà dei principi d’Italia sia altresì compensata, l’imperatore ed il re di Spagna promettono di ritirare le truppe che per avventura avessero ne’suoi Stati, tosto sottoscritto il presente trattato di pace, e se occupassero qualche luogo farnelo subito sgomberare, di modo che tutto ciò che appartiene alla suddetta Repubblica le sia consegnato e restituito nel suo primitivo stato, e come era prima degli ultimi movimenti di Mantova, senza poter essere per l’avvenire turbata o molestata di alcuna maniera. E affinchè non resti nulla a definirsi delle cose passate fra le truppe dell’ imperatore e quelle della suddetta Repubblica, fu promesso che tutt’i prigionieri presi dall’ una parte e dall’ altra nelle fazioni di guerra saranno rimandati e restituiti senza alcun riscatto, e particolarmente il sig. Marco Businello secretarlo di essa Repubblica preso in Mantova ». Ebbe l’ambasciatore parecchie conferenze col cardinale, cogli altri ministri, collo stesso re il quale gli disse (1) : « Del trattato di Ratisbona non occorre dir altro... ; assicurate la Repubblica che non abbandonerò i suoi interessi, nè si restituirà alcuna cosa delle occupate senza la salvezza di tutti. Se non fossero state queste cose della regina mia madre (2), vi prometto che metteressimo Spagnuoli a dovere, spero però che tutto si accomoderà. Io soggionsi che queste cose domestiche non dovevano violentar il corso (1) 17 dicemb. Dispacci, (2) Le solite nemicizie e discordie tra essa e Richelieu.