95 Raccoltisi secondo il solito i quarantuno fu eletto con j^^-0 insolita fortuna al primo squittino il 25 dello stesso mese di d jgjg'1' luglio Marcantonio Memmo già competitore del Donato e di casa vecchia, dopo dugento trent’anni che le case vecchie ne erano state escluse (1), e fu, a quanto ne scrive il Sivos, grande ventura per la Repubblica, poiché l’irritamento di quelle case per la continua esclusione era giunto a tale che certamente qualche gran disordine ne sarebbe venuto avendo anche dalla loro parte il favore del popolo. Laonde fu creato doge con giubilo grandissimo della città, giubilo vieppiù aumentato nel popolo per la grande quantità di danaro gettato nel fare il giro della piazza. Del resto il Memmo era famoso storico Morosini (Vita di Leonardo Donato nelle orazioni dei veneziani patrizi t. IT, p. 973): « Era Leonardo Donato di ben alta statura; la quale però nell’ aggravarsi del l’età e nell’inol trarsi della vecchiezza cominciò a curvarsi; l’aspetto di tutta la faccia avea grave ed inchinevole alla severità, fornito di vivaci e scintillanti occhi, i quali manifestavano la prontezza dell’ingegno, la perspicacia della mente. La gravità però non ostava alla picevolezza, avvegnaché colla singoiar gentilezza ed umanità, si cattivasse facilmente 1’ universale affetto, non accordando loco ad alterigia od a fasto, ma dimostrandosi benigno e cortese dal paro cogl’infimi, senza pregiudizio per altro del deco-giacchè co’ più ragguardevoli quantunque vi fosse chi gl’imputasse ro, (giacché la malignità attacca ogni sublime posto) di preferire talvolta gli arcani e le leggi del governo alla religione e di essere della politica più ligio che forse non conveniva. Questi erano ritrovamenti e dicerie degl’individui e dei malevoli, i quali non potendo in alcuna parte mordere a ragione quel rispettabile soggetto, traducevano a vizio, valendosi del manto della Religione, l’insigne suo amore verso la patria. Infatti fu dotato egli di pietà distinta verso Dio Signore ed osservantissimo cultore della cattolica religione, nessun detto usciva da lui che non fosse pieno di probità; frequentemente purgava la coscienza colla confessione delle colpe, si reficiava dell’angelico pane, osservava i digiuni prescritti, e diligentemente si prestava agli atti di Cristiano, congiungendo con indissolubile legame la cara affezione verso la patria collo zelo della religione, nè credeva essere discordante da questa il prestarsi all’innalzamento ed alla grandezza della patria col consiglio, colle parole, coi fatti e riputava essere riservato nel cielo un luogo percoloro che la patria conservassero ed illustrassero ». (I) Circa alle case vecchie e nuove vedi quanto è scritto nel t. IV, p. 420 di questa storia.