455 quecento ufficiali per la maggior parte da lui stesso pagati, e con lui erano i duchi di Castel Thierry e di Caderousse, il conte di Villemor, il conte di s. Poi principe di Neu-chatel che contava appena diciassette anni di età, parecchi degli Aubusson, dei Crequi ecc. Ma giunti che furono a Candia, quella condizione di semplice difesa gl’ impazientava, vedevano svanirsi i loro sogni di fatti cavallereschi, splendidi di meravigliose azioni, stupivano che al solo loro arrivo le cose non avessero mutato aspetto e sollecitavano con tutta insistenza una sortita dalla quale si ripromettevano niente meno che di obbligare i Turchi a levare 1’ assedio. I Veneziani però che già aveano fatto tante sortite, che già tanti assalti aveano sostenuti e gloriosamente respinti, erano ben lontani da lasciarsi trasportare dal-1’ ardore d’ una gioventù inconsiderata ed inesperta, e attendendo prossimo un respiro per l’avanzata stagione che fra poco avrebbe obbligato i Turchi a desistere, stimavano a ragione una vera pazzia il commettere tutta la loro sorte all’ esito d’ una battaglia generale. Ma i Francesi insistevano tanto, che al fine il Morosini dovette suo malgrado consentire che il duca di Feuillade corresse da sè il pericoloso cimento come ofierivasi coi suoi, con un battagliane di maltesi e un centinaio di granatieri italiani che seppe trascinare nel medesimo proponimento. Era il 16 di dicembre, quando alla punta del giorno uscirono divisi in quattro squadre con guide pratiche de’ confusi sentieri del campo che presentava un vero labirinto intralciato ad ogni passo da barricate e traverse, da trinceramenti e difese d’ ogni genere. Tuttavia diedero addosso con tanto vigore al nemico, che secondati dalle batterie della piazza e dal continuato fuoco dei moschettieri, poterono cacciarlo in fuga da un posto, ma tosto altri, e in gran numero accor-